Prima assoluta dell’opera multikulti «Tulla e Leandro alla ricerca delle radici» [di Silvia Berruto]

 
 Ricevo e volentieri ripubblico un articolo di Silvia Berruto, giornalista contro il razzismo, già comparso sul blog Liberostile.
 In questi tempi di egoismi e respingimenti, razzismo leghista e altra barbarie, è andata in scena all’auditorium di Aymavilles (Aosta) l’opera musicale «Tulla e Leandro alla ricerca delle radici», esperimento di scambio interculturale e studio a distanza Italia-Belgio, che ha visto in scena circa 70 tra musicisti e cantanti di età compresa fra i 9 e i 47 anni per un «prodotto interculturale e multiculturale» in tre lingue più una: la musica.
 [N.B. Ho aggiunto una
mia traduzione italiana al testo dell’intervista in francese]
 

 Prima assoluta dell’opera multikulti "Tulla e Leandro alla ricerca delle radici

 di Silvia Berruto, giornalista contro il razzismo
 
 Tamburi à gogo per l’intro dell’opera e insieme per l’entrée del pubblico a cura e per l’energia dei Fanfakids dal centro giovanile fiammingo Centrum West di Bruxelles.
 Sfida e scommessa vinte.
 L’opera è stata allestita in soli tre giorni in Italia, ad Aosta, ed è il prodotto e l’esito felice di uno studio a distanza e di uno scambio interculturale davvero riuscito fra Belgio e Italia.
 L’opera è in sintesi una favola in tre lingue più una: la musica.
 La favola è stata narrata da una settantina di musicisti e cantanti di tutte le età: dai 9 ai 47 anni, professionisti e studenti uniti dalla e nella musica.
 Un prodotto interculturale e multiculturale dunque.

 Multikulti.

 In una visione culturale in cui non si parla più di integrazione ma di pari opportunità, di empowerment e di diritti uguali per tutti.
 Protagonisti di questa operazione culturale e di questa lezione di un mondo diverso possibile, e già esistente, e di una convivenza reale al di là di ogni separazione costruita, sono stati: i Fanfakids, 13 giovani percussionisti belgi di varia origine (Marocco, Guinea, Tunisia,Togo, Pakistan), il coro di voci bianche della Fondazione Istituto Musicale della Valle d’Aosta Canto Leggero composto da quaranta di giovani cantanti, SFOMensembles classi strumentali della SFOM (Scuola di Formazione e Orientamento Musicale).
 Gli ensembles strumentali sono stati, in ordine di apparizione: quartetto d’archi tastiere e tamburello, quartetto di chitarre, quartetto di fiati, quartetto di clarinetti e trio/quartetto di percussioni sudamericane, bodhrum.
 Gli ensembles, tutti formati da ragazzi, giovani musiciste e musicisti, hanno anche recitato il testo, solitamente affidato ad attori.
 Da un’idea di Marco Giovinazzo, per la sceneggiatura di Paola Corti, per la musica composta appositamente e concertata per valorizzare tutti gli ensembles di Paolo Torrente e dalla sempre mirabile e impeccabile direzione di Luigina Stevenin.
 
 È stato un successo collettivo annunciato la prima di "Tulla e Leandro" andata in scena ieri sera nell’Auditorium di Aymavilles (Aosta) nell’ambito della settima rassegna CAMBIOMUSICA: zapping tra musiche, persone, mondi.
 
 Per il soggetto: Paola Corti
 Testo: Francesca Di Cesare
 Traduzioni: Christel Lambot
 Regia: Paola Corti, Marco Giovinazzo
 Luci: Alberto Bich
 Musiche e arrangiamenti: Pator, Gilbert Impérial, Mauro Gino, Marco Giovinazzo
 Direttore del coro: Luigina Stevenin
 Referente Fanfakids: Alessandra Esposito
 Responsabili SFOMensembles e aiuto registi: Stefano Blanc, Frédéric Bonnin, Mauro Gino, Gilbert Impérial, Paolo Torrente, Rémy Vayr-Piova
 
 «Centrum West c’est un centre des jeunes à Bruxelles qui existe depuis 45 ans (1964, ndr) avant que j’étais né. Mais depuis les années nonante plus au moins c’est devenu un centre des jeunes surtout pour des enfants et des jeunes défavorisés ou en difficulté. La Maison de Jeunes se trouve dans un quartier défavorisé: ça veut dire qu’il y a beaucoup de chômage, de criminalité, les écoles ne sont pas tellement bien, les maisons ne sont pas tellement bien…
 On a des groupes d’âge et de langue.
 On utilise la musique en fait comme moyen de faire autre chose: de se rencontrer mais aussi de retourner la responsabilité, la solidarité entre des pays en Europe et en Afrique.
Une façon de faire rencontrer des jeunes autour d’un même intérêt commun» ha dichiarato Bart Nagels, animatore del Centrum West.
 [Traduzione mia: Centrum West è un centro per giovani a Bruxelles che esiste da 45 anni (1964, ndr) prima che io fossi nato. Ma
più o meno a partire dagli anni ’90 è diventato un centro giovani soprattutto per bambini svantaggiati o in difficoltà. La Casa dei Giovani si trova in un quartiere degradato: significa che c’è molta disoccupazione, criminalità, le scuole non funzionano molto bene, le abitazioni non funzionano molto bene… Abbiamo gruppi divisi per età e per lingua. Utilizziamo la musica come un mezzo per fare altro: incontrarsi, ma anche condividere la responsabilità, la solidarietà fra Paesi europei e africani. Un modo per far incontrare giovani attorno a un medesimo interesse comune]
 
 «Quello che a me interessa è far capire, qua in Italia, che un’immigrazione positiva è possibile e che la realtà è più complessa di quanto appaia.
 L’immigrazione positiva è realtà già altrove, non molto lontano da qui.
 Speriamo che questo messaggio venga recepito e imitato!» sostiene Alessandra Esposito, volontaria europea che ha scelto i Fanfakids e ha scelto di lavorare con loro e per loro.
 

 Quando la musica unisce…
 Imperdibile
 
 Silvia Berruto, giornalista contro il razzismo


 La foto di questo articolo è © Silvia Berruto. La si può ingrandire cliccandoci sopra.

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