La partecipazione popolare proprio non gli va giù.
Manifestazione No Tav affollata, partecipata, pacifica. Grande prova di maturità di una comunità in lotta da 20 anni.
Ennesimo esempio di partecipazione attiva che – piccolo barlume di luce – ancora permette di sperare per il futuro.
Ennesima carica inutile, la sera a Porta Nuova, contro i manifestanti che prendevano il treno per Milano.
Le forze dell’ordine, certo. Di quale «ordine»? Agli ordini di chi?
Tanto perché i media continuino a parlare dei violenti. Quelli che tengono sotto scacco un’intera valle, anzi, un intero Paese.
Ebbene: i violenti ci sono davvero. Stanno seduti in alto e non si fanno scrupoli a spargere il sangue. Che la democrazia mica possiamo tenerla per noi: dobbiamo esportarla in Afghanistan. Possibilmente a prezzi competitivi, per non uscire dal mercato.
>>> Preziosa la testimonianza del video, alla quale c’è davvero poco da aggiungere.
Per un commento politico, riporto la dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista (i grassetti sono miei):
«Le cariche avvenute stasera alla stazione di Torino contro i manifestanti NO TAV segnalano due cose. Una porcheria politica perché è evidente che mandare gli agenti in stazione aveva unicamente l’obiettivo di determinare una situazione di tensione per poter dipingere come al solito il movimento NO TAV come una problema di ordine pubblico. In secondo luogo segnalano che è stata data mano libera alla polizia e ai carabinieri per intervenire in modo provocatorio e intimidatorio: due cariche gratuite contro i giovani che volevano prendere il treno, gente accerchiata in stazione e richeista dei documenti come se fossimo in Cile negli anni della dittatura. Una cosa che sarebbe da pazzi se non avesse una precisa finalità politica: cercare di ridurre ogni movimento sociale ad un problema di ordine pubblico. Questa è l’altra faccia del governo dei poteri forti: dialogo e cinguettii con i banchieri, paternalismo autoritario nella comunicazione di massa e manganelli e intimidazione verso chi dissente».
A proposito, a capo della polfer di Torino c’è Spartaco Mortola, condannato in secondo grado per l’irruzione alla scuola Diaz ai tempi del G8 di Genova, quand’era il numero uno della digos locale. Una curiosa coincidenza…