Vorrei rilanciare l’appello, pubblicato sul manifesto dello scorso 3 agosto, per una grande manifestazione a Roma, capace di rilanciare sette questioni oggi assolutamente fondamentali per il Paese, dalla lotta contro la precarietà al tema dei diritti civili. Si tratta di un invito all’Unione per realizzare i punti più qualificanti del proprio programma elettorale, oggi in gran parte lettera morta. Sarò al corteo, lavoro permettendo, e in ogni caso mi associo sin d’ora alle sette proposte che costituiscono la piattaforma della manifestazione, convinto che, per farsi sentire, qualche volta si debba alzare la voce.
Non nutro illusioni: il governo Prodi ha spostato recisamente verso il centro i propri equilibri ed istanze. O forse non ha neppure senso parlare di deriva centrista, o verso destra. Oggi, infatti, c’è un’unica ideologia dominante, quella del liberismo, che porta con sé la deregolamentazione dell’ambito economico e la sopraffazione, e quest’ideologia rischia di valere per il centrodestra come per il centrosinistra, accomunati anche da una voglia di “ordine” che va assumendo sempre più i contorni del linciaggio.
In ogni caso, è ancora importante essere presenti, essere in tanti, e dimostrare che esiste tuttora chi la pensa in altro modo, chi non è disposto ad accettare che si sprechino milioni di euro in armamenti o che si calpesti la volontà di intere comunità. Andare a Roma è la risposta migliore alle polemiche delle ultime settimane, per cui, ancora una volta, si vuole negare alla sinistra cosiddetta radicale diritto di rappresentanza, s’impone ai ministri la disciplina di governo e si pretende che tutto sia accettato, pena il ritorno dell’Orco Cattivo a Palazzo Chigi.
È anche una risposta al cattivo accordo sul welfare dello scorso 23 luglio, recentemente contestato a Mirafiori, che ha visto i sindacati confederali adeguarsi alla deriva della politica verso il pensiero economico unico, che unisce sullo stesso fronte Luca Cordero di Montezemolo, il futuro Pd, l’ex presidente Dini e tutti gli evergreen del centrismo all’italiana.
Infine, la manifestazione del 20 ottobre è un’ennesima occasione per tentare di far capire ai partiti che compongono il governo che stanno perdendo la loro base, cosa che – questa volta sì – rischia di favorire Berlusconi. In quest’ottica (e unicamente in quest’ottica, mi sembra) la manifestazione di Roma non si pone contro il governo, ma cerca di spronarlo al cambiamento. Per chi ha ancora a cuore le sorti della sinistra e non si arrende all’appiattimento dei due poli su posizioni comuni, per chi non trova nelle liste civiche di Grillo la risposta alla crisi della politica, né crede che le comunità in lotta possano farcela senza rappresentanza in Parlamento, questa è un’opportunità da non sprecare.
Per informazioni sulla manifestazione del 20 ottobre www.20ottobre.org.
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