La Sicilia che va in guerra [da Femminismo a Sud]

Tratto dal blog Femminismo a Sud e pubblicato con licenza Creative Commons 2.5.

No fly zone contro la militarizzazione dei territori

Pensiero: l’Italia va in guerra. L’ennesima. No. In realtà stavolta in guerra ci va la Sicilia con tutte le tremila basi Nato disponibili a servire e riverire l’alleanza perché si realizzi un altro Kosovo. Tutto ciò mentre gli sguardi invasati dei rinnovati nazionalisti italici sono tutti un fremito di unità e sentono la spinta umanitaria a prendere il controllo delle riserve di energia di mezza europa.

A farla definitivamente oscena questa cosa c’è la sceneggiata di alcuni lampedusani che respingono quelli che fuggono dai conflitti obbedendo a una regia che per raccattare consenso fa il verso ai leghisti e che invece che fare la differenza e trovare alleanze con le altre forme di oppressione rivendica la militarizzazione dell’isola a difesa dai terribili invasori nordafricani.

Non so se è vero quello che dice gheddafi a proposito della terribile vendetta che colpirà i paesi occidentali coinvolti nell’attacco alla sua persona. Se ricordo il missile che per un pelo scansò lampedusa direi che fa sul serio.

Vorrò vedere allora i lampedusani a festeggiare l’efficienza di questa nazione così unita contro le disgrazie altrui. E se è vero che in sicilia vogliono fare una delle basi nucleari, il governo che manda giù i militari ad aiutare questi isolani razzisti si porta avanti con il lavoro. I miei più sentiti complimenti.

A proposito: com’è che quando israele massacra i palestinesi non si parla mai di no fly zone?

>>> Leggi anche: La colonia libica e la No-Fly Zone.

Provocazione(?!): se la No-Fly Zone è una cosa buona, utile, umanitaria, perché non farne un’altra a beneficio dei territori palestinesi?

Provocazione n. 2: contro l’ipocrisia delle «missioni umanitarie» armate firmiamo la petizione online Basta ipocrisie! Ripristiniamo il Ministero della Guerra.

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