Aosta, manifestazione per Gaza: foto e parole

 Aosta, corteo per Gaza
 
In fondo all’articolo, le foto della manifestazione
 
 Intanto,
mi commuovo quando vedo che anche ad Aosta è possibile formare un corteo e camminare insieme, manifestando per una giusta causa. A volte mi sembra che la mia città sia veramente fuori dal mondo, come se da noi contasse solo la retorica regionalista sui paesi di montagna… Oggi siamo all’incirca un centinaio, molti immigrati più Cgil, Arci, Partito democratico e ciò che resta in Valle della sinistra Arcobaleno:  Movimento Verde, Rifondazione, Comunisti italiani. C’è pure una bandiera di Di Pietro. I più numerosi parlano arabo, sono stati mobilitati dalla locale Lega islamica, hanno cartelloni che raccontano l’ingiustizia e il massacro. Distribuiscono volantini con la scritta «Siamo tutti palestinesi» e scandiscono slogan in italiano. Significativo quello contro la Rai, rea di non fornire un’informazione reale su ciò che sta avvenendo a Gaza. Tante sono anche le bandiere della pace, molti i bambini. Muoviamo dall’ex foro boario, direzione Arco d’Augusto e poi la via centrale, fino a piazza Chanoux. La gente, sorpresa nello struscio del sabato pomeriggio, sembra spiazzata.
 Un signore vede le bandiere rosse e brontola che i comunisti non potevano mancare. Immagino il suo dramma: testa del corteo composta d’immigrati e, a seguire, bandiere con falce e martello! Come quell’altro tipo, che in piazza getta un’occhiata e dice alla moglie: «È per Israele» e tira via, lasciandomi nel dubbio se si sia espresso male o abbia pensato che si manifestasse per i “bombardatori”. Giunto a destinazione, il corteo si trasforma in un grande cerchio: cominciano slogan in arabo che sinceramente non capisco. Uno molto bello, mi traducono, parla di liberare Gaza con l’anima e col sangue (non credo sia un incitamento alla violenza, lo interpreto come una frase del tipo “con tutti se stessi”). Riesco a captare qualche «Allah hu akbar» [Allah è il più grande], il resto è incomprensibile perché non capisco l’arabo. Chi scandisce mi sembra felice: è certo la mia mente che formula pensieri senza senso, però mi passa per la testa che questi momenti devono essere un bello sfogo per chi è straniero in terra straniera, magari visto con sospetto per la lingua che parla, la barba lunga, il velo. Tante sono le donne, alcune hanno il capo coperto, altre no. Molte sono vestite a puntino, con il cappotto, gli stivali, i collant. Sembrano piuttosto libere nel prendere l’iniziativa, infatti una ragazza comincia a muoversi in centro al cerchio, comandando gli slogan.
 Ma non è solo politica, attivismo. Le urla a favore di Gaza si mischiano alla preghiera. Non capisco nulla di quello che si dice, ma riconosco il “ritmo” inconfondibile del rito, le invocazioni scandite da quelli che a me paiono «Amen» e forse lo sono, pronunciati in maniera diversa, a dimostrazione che tutti abbiamo un’origine comune e ci ammazziamo per i motivi più futili. I bambini improvvisano un carosello in mezzo al cerchio dei manifestanti, scandendo slogan e portando cartelli e bandiere della pace. Un uomo prende la parola e si rivolge a noi, in italiano. Ricorda quando il popolo d’Israele venne perseguitato dal faraone d’Egitto. Allora, dice, nessuno intervenne in sua difesa: non c’erano i satelliti e nessuno si accorse di niente. Fu Dio a chiamare Mosè. Oggi è il popolo di Gaza a essere perseguitato, tutti lo sanno, ma la comunità internazionale non interviene lo stesso: anche oggi sarà Dio a intervenire.
 Dopo poco più di un’ora, la manifestazione si scioglie nella massima tranquillità. Forse si sarebbe potuta pubblicizzare meglio, in fondo anch’io ho saputo per puro caso che ci sarebbe stata. Però è stato bello vedere le vie di Aosta riempirsi di gente unita da una causa. Tra gli immigrati, qualche faccia conosciuta, alunni miei di quando insegnavo ai corsi per adulti. Sono contento di trovarli impegnati e credo che siano queste le cose che fanno cittadini…
 
 Ecco le foto della manifestazione: cliccateci sopra per ingrandirle.
 

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12 risposte a Aosta, manifestazione per Gaza: foto e parole

  1. Doriana Goracci scrive:

    Sono la 28a Mario, a quanto pare, che legge quanto hai scritto. Grazie di averci reso quello che hai visto e sentito.
    Quì dove vivo, vicina alla città dei Papi, non c’è niente, niente da fare e poter dire, niente che venga riportato in piazza…si attende il papa quest’estate a Viterbo, la Macchina di Santa Rosa, l’Aereoporto che verrà…Roma è vicina, con i suoi malaffari, con la sua indolenza buonista, si può andare lì a fare “cagnara in protesta”, se sabato prossimo c’è una manifestazione nazionale (chissà quali saranno tra sette giorni LE CIFRE) si può optare per un passaggio ad Assisi, apparecchiando il Tavolo della Pace. Continua il bluff, continua la Tragicommedia di questi umani. Grazie ancora per aver continuato ad elencare che ci sono ancora persone che chiedono la libertà con qualsiasi e senza bandiera, col velo o a capocoperto solo per il freddo.Vi bacia il sole che c’era, la luna e la notte che non porta consiglio a nessuno di quelli che contano le cifre, grazie.Per Gaza.
    Doriana

  2. samie scrive:

    Stamani ascoltavo il tg e sono innorridita quando ho ascoltato la versione del tg2 che imputa ad hamas la colpa dell’aggressione…ma ancora di più sono rimasta sgomenta quando la gornalista ha afermato che la sua è un’azione antisemita…un modo fi fare informazione di parte, che giustifica l’azione di israele e liquida i morti come necessarie pedine di un gioco in difesa!

    Sei di Aosta? ho due sorelle lì 🙂

  3. Abdel Nur scrive:

    Grazie, raccontiamo e raccontiamoci. Siamo in tanti, più di quanti i mass media vogliano mostrare.
    Un saluto, fraterno, a tutta Aosta.

  4. Mario scrive:

    @ Doriana: anche qui ad Aosta è tutto un «malaffare» e anche da noi si parla di aeroporto (da ampliare) nel cuore delle Alpi, di inceneritore e tante altre opere, nella Repubblica fondata sul cemento, pensate sopra le nostre teste. Il fatto è che anche qui, molto spesso, l’indifferenza regna sovrana… Anche per questo mi è piaciuta la partecipazione alla manifestazione di ieri e spero che la comunità islamica possa contribuire a portare un modello di cittadinanza meno proteso nel consueto inchino verso il Palazzo (regionale o romano cambia poco).
    @ Samie: sì,abito ad Aosta. I tg inorridiscono anche me… Qui da noi Rai2 e Rete4 sono passate obbligatoriamente già da un po’ sul digitale terrestre. Io non ce l’ho e mi risparmio certe cose…
    @ Abdel: raccontiamo e raccontiamoci. Queste occasioni di cittadinanza attiva sono ciò che ci permette di sperare in un domani forse migliore…

  5. mauroD scrive:

    “”(non credo sia un incitamento alla violenza, lo interpreto come una frase del tipo “con tutti se stessi”)””

    no, no non è un incitamento alla violenza, non sarebbe da loro

  6. Mario scrive:

    Bè, mauroD, se devo parlare dell’impressione che ho avuto stando lì, devo dire che il «sangue» cui si fa riferimento mi sembra più facilmente il sangue di chi a Gaza viene ucciso che quello che si vorrebbe versare. E quindi non credo che sia un invito alla violenza, piuttosto al sacrificio. Ma non metterti a pensare ai kamikaze, perché non c’entrano niente.

  7. emilio scrive:

    ciao mario
    anche io c’ero, tra l’altro ti devo anche aver visto perchè c’è una foto pubblicata in cui ci sono anche io, ma non sapevo che fossi tu, altrimento ti avrei detto che ogni tanto passo a visitare il tuo blog.
    parlando con qcn di questa manifestazione (prima che si svolgesse) mi aveva paventato bandiere israeliane bruciate, slogan di incitamento alla jihad contro Israele …
    ebbene mi dispiace deluderli (ma nemmeno troppo 🙂 ma non è stato nulla di tutto ciò, è stata una manifestazione PER LA PACE.

  8. Mario scrive:

    Emilio, sono d’accordo, è stata una manifestazione per la pace ed è stata anche bella, per come è parsa a me. Ho trovato molto fresca e vitale la comunità islamica locale e spero che ci possa essere un percorso d’incontro con il resto della popolazione. Sulle bandiere, sembra che il fatto che ne abbiano bruciate un paio altrove debba essere usato come deterrente contro chi vuole esprimere ciò che prova in questo momento così grave. Pazienza, noi manifestiamo lo stesso! Grazie per le visite al blog! 😉

  9. Ivan scrive:

    Non ho mai capito cosa succede in questa famosa “striscia di Gaza”. Ne ho sempre sentito parlare, ho sempre sentito di morti sia da una parte che dall’altra, è una guerra credo che ci sia da quando sono nato. Mi sono chiesto ma perchè va non la smettono mai? Avrei bisogno che qualcuno mi spiegasse cosa succede, perchè da solo, forse per ignoranz, forse per pigrizia non ho mai capito…

  10. Mario scrive:

    Ivan, trovi un breve riassunto di 60 anni di conflitto (è dal ’48 che va avanti – e si potrebbe dire da ben prima) qui:
    http://it.peacereporter.net/…ele%20-%20Palestina
    Per il resto, trovo difficile dire che a Gaza c’è la guerra. Perché ci sia la guerra servono due eserciti che si scontrano. A Gaza è in corso un massacro, con una delle principali potenze militari del mondo che fa il tiro al bersaglio con la popolazione dell’area più densamente popolata della terra, una striscia di 360 km2 nella quale “vive” un milione e mezzo di persone che non possono neppure uscire da quel territorio, perché Israele controlla tutti i punti di passaggio.

  11. emilio scrive:

    quello che stupisce mario è che certe affermazioni provenivano da persone che a parole si dichiarano molto più di sinistra di me …
    purtroppo nel 2008 c’è ancora tanto pregiudizio, tanta diffidenza, nei confronti dello “straniero”, del “diverso”.
    io invece nelle realtà associative che frequento (che sono apartitiche ed apolitiche) ho trovato una disponibilità spontanea da parte di alcuni componenti della comunità islamica, per questo sono andato serenamente a questa manifestazione, conoscersi è fondamentale.
    per cui a quello che diceva Abdel, aggiungo INCONTRIAMOCI, raccontiamo e raccontiamoci.
    altro che classi-ponte-ghetto nelle scuole … se la segregazione dovesse partire da lì, come riusciremo a gestire una società sempre più multiculturale??? (vedasi banlieue parigine)
    di certo sarebbe un altro bel cavallo da cavalcare per la destra in futuro.

  12. Mario scrive:

    Trovo che, recentemente, a sinistra spiri un’aria strana. Non è soltanto la mancata elaborazione del lutto (le varie sconfitte elettorali). Si è passati a una sorta di sudditanza culturale ai dogmi del pensiero unico liberista, coniugato con una bella reazione alla paura indotta dai fenomeni di globalizzazione. Per cui ben venga (neanche sempre) la libera circolazione delle merci, ma guai se anche le persone decidono di circolare liberamente. Ritornano (se mai se n’erano andati) i sacri confini da difendere e il diverso è un ottimo pretesto per giustificare se stessi per opposizione. Diceva Le Pen a quelle elezioni in cui era finito al ballottaggio che lui si fidava di più dei suoi compatrioti, poi dei vicini di casa, poi di quelli più lontani. Un discorso che starebbe bene in bocca a molti sedicenti leader democratici di oggi, non necessariamente di ultradestra come Le Pen. L’islam è una realtà variegata, con aspetti di convergenza con le culture occidentali e apsetti di divergenza. Gli islamici sono esseri umani come noi e dal contatto abbiamo tutt* da guadagnarci. Quindi raccontiamo, raccontiamoci e INCONTRIAMOCI, come dici tu. Le classi per stranieri sono un’idiozia ghettizzante e il modo migliore per procurarsi problemi per il futuro. E poi, quale sarebbe il criterio didattico?

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