In diagonale su YODA

  Yoda a Mesagne
 
 È verde ed è vecchio, come Yoda, il Maestro Jedi di Guerre Stellari.
 È un furgoncino Volkswagen T2 del ’79.
 Dalla Valle d’Aosta a Mesagne (Brindisi), tra una deviazione e l’altra, ci son volute 4 giornate e più di 1300 km. 3 le soste notturne, la prima sotto Pesaro, a Fano, in un’area verde all’interno della quale si è svolta, dall’una di notte in poi, la partitella di calcio Fano-Resto del Mondo. Seconda tappa notturna sul Gargano, tra Peschici e Vieste, ospitati sotto la tettoia di uno splendido residence. Terza notte a Castellana, nel parcheggio dei frati, dopo l’estenuante ricerca di una pizzeria. Il blog ha intervistato Lara e licenzafissa, protagonisti di questa epopea, compiuta al nobile scopo di venirci a trovare.
 
 

 
Le interviste del blog!
 
 Blog: Allora, come si viaggia nel ventre di Yoda? Come vi è venuto in mente? Esiste uno spirito particolare?
 
 Lara: Lo spirito guida! [ride] Sono tre anni che abbiamo Yoda. È il primo viaggio così lungo. Prima eravamo stati al massimo in Toscana.
 
 licenzafissa: È stato un esperimento, non sapevamo se arrivavamo.
 
 L: A me il furgone è sempre piaciuto per lo spirito hippy, anni ’70, e per tutto ciò che rappresenta. È anche il mio primo mezzo. Visto che non ho mai avuto la macchina, per me è un onore essere l’intestataria di Yoda! Anche se l’ho guidato una sola volta… perché non arrivo ai pedali!
 
 LF: È un modo per essere liberi, per non avere limiti, orari, gestirsi come meglio si crede e anche trovare degli imprevisti, che sono la cosa bella della vacanza. Non sai dove ti fermerai a dormire, ti fai portare dalla strada. All’improvviso ti ritrovi in un posto che non ti aspettavi. Oggi sembra che non ci si possa muovere senza il navigatore satellitare, il che è assurdo, per come vedo la vacanza.
 

 

 
 Blog: E poi si dorme a bordo. «Hotel Yoda»?
 
 L: Piuttosto un ostello. Per dormire su Yoda c’è bisogno ogni volta di preparare tutto: staccare gli schienali, fare il “letto”, oscurare i finestrini con le tendine. Il bello è che abbiamo fatto tutto da noi.
 
 LF: Devi stanziare quei 10 minuti di preparazione ogni volta. La cosa più scomoda è che manca il bagno. Per quello, alla sera e alla mattina, devi approfittare dei locali, con la scusa del caffè. Entri in bagno con lo zainetto. Esistono anche modelli già camperizzati, provvisti di cisterna per l’acqua. Io però lo preferisco così, perché puoi usarlo per due persone come per nove. Puoi metterci il materiale per i banchetti per il Madagascar, gli strumenti dei concerti. Ci abbiamo anche trasportato i mobili del trasloco. La sera è essenziale trovare un posto che sarà all’ombra il mattino dopo, cercare un albero a est, per essere al riparo la mattina.
 
 
Blog: Avete visto scorrere sotto di voi 1300 km di asfalto…
 
 L: Soprattutto paesaggi diversissimi. Uno non si rende conto, l’Italia è un unico Stato, ma è composta di ambienti completamente diversi… Ci siamo mossi lungo la diagonale Nord Ovest-Sud Est; viaggiando da un estremo all’altro ci siamo accorti che anche le varie zone di una singola regione hanno elementi completamente diversi. Sembrerà strano, ma varcato il confine tra una regione e l’altra la differenza si vede davvero.
 
 LF: Non abbiamo visto soltanto campagna o paesi, ma anche… capannoni! Verso Fidenza abbiamo fatto sosta in una zona industriale, paradossalmente alla ricerca di verde e di ombra. Ci siamo trovati in una realtà produttiva caratterizzata da chilometri di capannoni, una realtà industriale molto diversa da quella, più piccola, della nostra regione.
 
 L: La casualità, del resto, molte volte gioca un ruolo importante nel viaggio. Puoi trovare di tutto: posti belli e posti brutti.
 
 LF: Fa parte del viaggio: devi accettare anche il capannone, quando arriva.
 
 Blog: Vi siete fatti un’idea dello stato di salute dell’Italia, quanto ad ambiente?
 

 Le Grotte di Castellana
 
 Porto Cesareo (Lecce), Monumento a Manuela Arcuri
 
 Il Mar Ionio
 
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 L: Dipende proprio dalle zone.
 

 LF: Siamo passati dal Gargano, bellissimo nonostante gli incendi che lo hanno devastato l’anno scorso, alla zona di Manfredonia, un susseguirsi di terre abbandonate, senza coltivazioni, e di saline, fino a Bari.
 
 L: Belle le Marche e l’Abruzzo. Colline dolci, cascine, terre coltivate.
 
 LF: Il paesaggio che più ho apprezzato è quello del Grande Salento: uliveti a non finire, da Alberobello in giù, con una terra rossa che mi ricorda l’Africa.
 
 L: Mi colpisce che tutte le zone sono coltivate, o adibite a prato. Non è rimasto niente di selvatico, in una zona anticamente ricoperta di boschi. Diversamente dal Gargano, dove però gli incendi hanno distrutto ettari di bosco.
 
 Blog: E ve ne siete venuti al mare. Come vi pare?
 
 LF: Fantastico. Più in giù vai, meno gente trovi, più l’acqua è pulita. Preferisco farmi quattro giorni di viaggio e venire in Puglia che arrivare subito in Liguria o in Emilia Romagna. Lo Ionio, comunque, è stata una vera rivelazione. A Mesagne ci si affida al vento per scegliere se andare all’Adriatico o allo Ionio. Dipende se c’è scirocco o tramontana. Trovo molto bello seguire questi ritmi naturali.
 

 
 
 
 
 
 
 
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 Blog: Qualche curiosità?
 
 LF: Quando vado in giro, mi piace cercare di cogliere l’essenza dei luoghi, anche in riferimento ai prodotti locali. Da buon turista settentrionale, della Puglia conoscevo Al Bano. Guardando la cartina, ho notato la vicinanza di Cellino San Marco e mi è subito venuto in mente che avevo visto Al Bano promuovere i suoi prodotti agricoli in tivù. Mi è venuta l’irrefrenabile curiosità di andare a vedere le tenute. Chiedendo informazioni agli autoctoni ho ricavato l’impressione che nessuno sopporti il personaggio. È un uomo dominato dal culto della personalità, come si vede dai suoi poderi.
 
 L: Il cartello che annuncia l’inizio delle sue terre è una specie di altare. Il caseggiato che abbiamo visto è un’ostentazione di ricchezza, con materiali costosissimi assemblati in maniera così finta da risultare irreale, kitch, e far pensare a Disneyland. Non è un caso che il nome scelto sia Curtipitrizzilandia. [curti pitrizzi è il cortile di pietra, ndBlog] All’interno del podere ci sono persino una casa discografica e… una scuola materna!
 
 LF: Una cosa bella è visitare i posti con la gente del luogo, perché ti fa vivere meglio i luoghi, capire meglio le cose e vivere una parte della vita locale reale.
 
 L: Ringraziamo i nostri amici che ci hanno ospitato e ci hanno fatto mangiare i taralli, le frise e le burrate…
 
 LF: E il sole, che è stato sempre presente, mentre in Valle d’Aosta l’estate è stata piovosissima…
 

 
 
 
 

 
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 Dopo l’intervista (Mario)
 

 
Silvia, licenzafissa, Mario, Lara (in senso orario)

 
 Nella foto qui sopra i protagonisti della vacanza (relativamente alla parte salentina): da sinistra, in senso orario, Silvia, licenzafissa, io, Lara. Cliccate sulla foto se la volete ingrandire, così poi la stampate su carta fotografica e la tenete sempre sul comodino. Avendo viaggiato anch’io per una settimana su Yoda, posso dire che il furgoncino è, prima di tutto, simpatico. Era pieno di gente, per strada, che si fermava a guardarci passare, che magari indicava, sorrideva. Alla velocità a cui andavamo (spesso intorno ai 60 km/h in strade nelle quali normalmente si procede almeno ai 100) con un mezzo «normale» tutti ci avrebbero suonato. Con Yoda, invece, sembravano divertiti, salutavano col clacson, si sporgevano sorridenti durante i sorpassi. Una sera, a Lecce, siamo arrivati nel parcheggio di un ristorante e qualcuno ha gridato: «I figli dei fiori!». Sono convinto che un sacco di gente non li possa nemmeno vedere, i figli dei fiori. Ma con Yoda era pittoresco, di più: era simpatico! Mi sto convincendo che, nel delirio della società presente, sarà proprio la simpatia a cavarci dai guai…
 
 Aggiungo un video che Lara e licenzafissa hanno pubblicato su MySpaceTV. Ritrae un certo professor Badino che «con la sua immensa conoscenza di quelle terre» «ci illumina» sulle specificità del paesaggio salentino. [Ovviamente, per accedere al video, cliccate sull’immagine…]
 

  Il professor Badino descrive il Salento

 


 La prima foto di questo articolo è mia, le altre, così come il video, sono di Lara Cavagnino. Yoda tra gli ulivi potrebbe essere, però, di licenzafissa, mentre la foto di Lara e licenzafissa ad Alberobello non so di chi sia (un autoscatto?).

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Una risposta a In diagonale su YODA

  1. Nathalie scrive:

    La simpatia di Yoda a quanto pare è senza confini… come il Salento… Forse anche la Valle d’Aosta è senza confini!?!?
    Il viaggio di questi intrepidi avventurieri dev’essere stato davero emozionante! L’italia è una miniera di sosprese… Bravi ragazzi!

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