Berlusconistattiacasa.com

 Un'opera di Lara Cavagnino
 1. Gli Europei.
 
 Per una volta
il blog prende le mosse da un’occasione “frivola”: la finale degli Europei di Calcio. A quanto sembra (e la notizia è talmente importante che si è guadagnata la prima pagina della Stampa
di sabato 28 giugno), più che gli avversari, per la finalissima poi
vinta contro la Germania gli spagnoli temevano la malasorte.  Lo dimostra il sito zapateronovayas [Zapatero non andare], che si proponeva di persuadere il capo del governo iberico a non
recarsi allo stadio, dal momento che molti lo accusano di portare
«sfiga» [gli si imputerebbero la crisi economica, la sconfitta ai Mondiali, quella di Ségolène Royal in Francia
dopo l’appoggio aperto di Madrid, il possibile crollo della borsa spagnola, ecc]. Tutto ciò farà sorridere, ma mi suggerisce un’idea per i blogger nostrani: mettere on line (a meno che non esista già) un berlusconistattiacasa.com, o qualcosa del genere. In fin dei conti (lo dice mio fratello) col cavaliere a Palazzo Chigi l’Italia del calcio non ha vinto mai niente! Sembra anche che la parentesi Prodi (due anni di digressione dal Regime) abbia avuto l’unico scopo di farci vincere i Mondiali… Se
riuscissimo a dimostrare che Berlusconi porta «sfiga», forse
riusciremmo a produrre il «miracolo»: mandare a casa l’attuale
esecutivo!
Dove non è riuscito l’attacco senza remore alla Costituzione e allo Stato di diritto potrebbe farcela una fama (incoraggiata) di iettatore!
 

 
 2. Oppure.
 
 
La fortezza di TerezinAltrimenti, bisognerà inventare qualcos’altro. Perché oggi l’Italia sta cambiando forma molto rapidamente (il tempo di un paio di Consigli dei Ministri) e il guaio è che la maggioranza del Paese non se n’è ancora accorta
(o forse le va bene così). È sempre più raro trovare nei media
un’analisi dello stato di cose lucida come l’«istantanea» scattata sul manifesto in edicola ieri, 29 giugno, da Marco Revelli: nell’Italia del “nuovo” Berlusconi c’è «un piccolo numero di persone, quelle che stanno in alto, più in alto di tutti, dichiarate per legge al di sopra di ogni giudizio.
Investite, in quanto tali, per ciò che sono non per ciò che possono
aver fatto, del privilegio dell’impunità». A queste se ne
contrappongono altre, «più numerose, ma razzialmente delimitate,
separate dai buoni cittadini da un confine etnico – quelle che
stanno in basso, più in basso di tutti, considerate invece, per legge,
in quanto tali, per ciò che sono, non per ciò che possono aver fatto,
colpevoli. Almeno potenzialmente. Pre-giudicate». «Questa è oggi»,
conclude Revelli, «sotto il profilo giuridico e politico, l’Italia». Questi sono «i nuovi confini sociali e morali della costituzione materiale della “terza repubblica”».
 
 
 3. Lasciare l’impronta.
 

 
Il lavoro rende liberiPrendere le impronte digitali ai cittadini è probabilmente un indizio di paranoia securitaria, o un mezzo per estendere il controllo dello Stato sulla nostra vita di tutti i giorni (altro che privacy!). Ma non per forza un atto illegittimo. Prendere le impronte solo a quei cittadini che fanno parte di un’etnia specifica (sia essa quella rom o un’improbabile etnia ligure, padana o magari "terrona") significa discriminare, vuol dire che la legge non è più uguale per tutti. In questo, se si vuole, il Grande Fratello di Orwell era molto più democratico di Silvio o di Maroni. E come ha scritto recentemente The Indipendent, il comportamento del governo Berlusconi nei confronti degli immigrati e dei rom è «incivile»
e «ogni atto di violenza contro gli “stranieri” diminuisce la pretesa
dell’Italia di essere considerata una nazione civile». Non si tratta di
decidere se schedare solo gli adulti o anche i minorenni. O, come dice Luttazzi, di mandare i Fichi d’India
a prendere le impronte ai bambini per rendere meno traumatica
l’operazione. Si cerca semplicemente di superare il vecchio, caro, principio dell’uguaglianza di tutte e di tutti davanti alla legge, spesso disatteso, ma ancora proclamato dalla Costituzione, per quello che conta.
 
 
 4. Potremmo.
 
 Infine, anche se mi dispiace citare sempre lo stesso giornale (ma lo merita), vorrei fare mio l’appello lanciato sul manifesto di sabato da Annamaria Rivera, che invita «chiunque ha a cuore la difesa dei diritti umani o la sorte dei bambini» a chiedere «di essere schedato insieme ai Rom». Sarebbe un bel segnale, da parte della società (ancora) civile. Magari di gusto un po’ retrò, perché ricorda l’epoca nazista e quei pochi cittadini ariani che esibirono la stella di David sul proprio petto, per solidarietà verso gli ebrei. Ma, appunto, si pensava che queste cose fossero finite per sempre.
 



  L’immagine che apre l’articolo è di Lara Cavagnino. Non mi ricordo il titolo, però.
 Le altre due immagini ritraggono la fortezza di Terezín, vicino a Praga, utilizzata dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.

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3 risposte a Berlusconistattiacasa.com

  1. Lorella Vezza scrive:

    Berlusconi e i suoi compari hanno vinto le elezioni, sono riusciti a far applaudire l’intervento di Fini da Presidente della Camera(lo ha fatto anche Roberto Nicco?), bene ha finito con il piano “A” quello improntato sul prima la carota e poi…..! Finito! Ora può passare al piano B cioè farsi gli affari suoi, fregarsene dell’opposizione e degli Italiani chiaramente!
    I suoi alleati della lega vogliono misure veramente improponibili nel 2008, per uno Stato che ha sempre dimostrato sensibilità verso le popolazion meno fortunate, e il Presidente, in cambio del patto che li lega, lo approva.
    Quindi impronte digitali da prendere ai bambini room! Mi piace la proposta della Ravera, perchè non costituiamo anche in VDA un gruppo pronto ad andare a depositare le proprie impronte insieme ai bimbi room? Potrebbe essere un segnale….da pubbliccizzare a dovere!
    I bambini? Ma che gente sono questi politici, o prsunti tali, chese la prendono con dei bambini? La domanda più corretta però, scusate se insisto, è che gente è che li vota, davvero gli Italiani si sono trasformati in una banda di inquisitori?
    Non do la mia rispota, sono ancora troppo arrabbiata per il risultato elettorale per scrivere con serenità e termini apropriati quello che penso.
    Veramente mi piacerebbe trovare persone pronte a depositare le proprie impronte, basta con la politica soft cerchiamo di fare cose intelligenti in modo forte, facciamo sentire che esiste un’opposizione non è rappresentata in Consiglio, dimostriamo che non tutti i valdostani sono uguali, io ad esempio non mi sento rappresentata ( a parte Carmela Fontana) da chi è seduto sui banchi della più importante Assemblea regionale, per non parlare di quella nazionale…….quindi ……

  2. Mario scrive:

    Il fatto è che bisognerebbe mettersi d’accordo. Potremmo veramente cercare di capire quanta gente sarebbe disposta a farsi schedare per solidarietà. Potremmo lanciare la questione, parlarne sui giornali… Almeno una piccola invasione di e-mail nelle rubriche di posta dei giornali… Che almeno se ne parli e che non sembri che siamo tutti d’accordo col governo!

  3. Lorella Vezza scrive:

    Si, s potrebbe iniziare così! Per quanto mi riguarda sto preparando un articolo che uscirà si Informazione sulla questione….poi vediamo…..

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