Il Treno della Memoria

Elena CastelliL’altra sera all’espace populaire di Aosta, nell’ambito della rassegna  Collettivamente memoria, si è tenuta la presentazione di un cd rom didattico sulla deportazione nei campi di sterminio nazisti. Relatrice della serata era Elena Castelli, dell’associazione Post Quem di Torino, che ho intervistato prima della dimostrazione.
 Unica nota negativa: c’era pochissimo pubblico, il che è davvero un peccato, perché lo strumento presentato era davvero interessante, soprattutto per gli insegnanti. Sarebbe bello (perché no, del resto?) che i miei 25 lettori (o almeno quei 9 o 10 che abitano in zona) prendessero in considerazione di partecipare alle prossime attività della rassegna.
 Rinvio al calendario.

 
Il cd rom nasce dall’esperienza del Treno della Memoria, un convoglio allestito nel lontano ’99 presso lo scalo ferroviario in disuso di Torino Ceres (a Porta Palazzo) e poi portato in giro per l’Italia per diversi anni. «Sono stati utilizzati cinque carri bestiame», spiega Castelli, «messi a disposizione dal museo ferroviario. Il treno era fermo, erano gli spettatori che si muovevano al suo interno, ripercorrendo idealmente le tappe della deportazione e ascoltando la testimonianza di ex deportati. Ogni tappa in giro per l’Italia è stata pensata dando spazio alla realtà locale, con il coinvolgimento di testimoni del luogo.
 
Questa iniziativa che cresceva, in quantità e in qualità, ci ha fatto venire in mente la possibilità di costruire uno strumento multimediale, in grado di restituire le varie modalità di approccio
».
«In ogni tappa il teatro si alternava a dati e storie locali e a una testimonianza finale. Lo spettatore prendeva consapevolezza che si trattava di una cosa reale. Da un lato l’emozione, dall’altro la storia. Molto probabilmente, l’esperienza del Treno della Memoria
sarà ripresa
quest’anno. L’iniziativa potrebbe tornare
a Torino, in aprile, magari in occasione della Festa della Liberazione
».

Silvia BerrutoCome è stato possibile trasferire tutto questo in un cd rom?

«Il cd rom è stato costruito allo stesso modo. Si rifà al treno e infatti è diviso in macrosezioni raffigurate come vagoni [1. Il corpo della nazione; 2. Una spietata durezza; 3. A ciascuno il suo; 4. Un pugno di ceneri; 5. Il lavoro rende liberi; 6. Voci nel silenzio, ndr]. Ogni macrosezione offre uno spezzone dello spettacolo dell’attrice Irene Zagrebelsky, alcune testimonianze, approfondimenti… L’obiettivo è ancora una volta unire l’aspetto emotivo a quello didattico. Il cd rom è stato pensato sin dal principio per l’attività didattica»

Che cos’è l’associazione Post Quem?

«È l’associazione che porta avanti questo progetto, con l’obiettivo di lavorare per la memoria, della Shoah, ma non solo. Quest’anno, ad esempio, per il sessantennale della Costituzione italiana, abbiamo lavorato nelle scuole sulla legge fondamentale dello Stato. Ogni classe ha scelto un articolo, del quale deve raccontare la storia, dalla fase costituente alla sua definizione, fino alle questioni di attualità che lo chiamano in causa»

Che riscontri ci sono stati nelle classi?

«Per quanto riguarda l’attività del Treno della Memoria, la presa, presso gli alunni, è stata immediata. I ragazzi si sentono trasportati all’interno della storia: sono l’immagine e il luogo in cui ci si trova a far sì che ci si riconosca in quanto viene detto. E allora capiscono perché sono lì»


 Nelle foto di questo articolo (in ordine di apparizione), Elena Castelli dell’associazione Post Quem e Silvia Berruto, curatrice della rassegna Collettivamente Memoria.
 

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7 risposte a Il Treno della Memoria

  1. Danilo scrive:

    Caro Mario, più che un commento a questa intervista o a questa iniziativa, il mio è un modo per farti capire che finalmente vedo il tuo blog.

    Complimenti!

    Sono Danilo Ciao.. lo scorso weekend l’ho passato ad Aosta a casa tua.. ricordi?

    Cmq il mio sito è http://www.btobconsulting.biz/daniloweb/home.html
    e il mio indirizzo email è dacia1975@libero.it

    ciao e a presto!

  2. Mario scrive:

    Ciao, Danilo, ho fatto subito un salto sul tuo sito… Com’è stato il rientro milanese? Un saluto dai monti

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