Appello dell’Espace populaire per il 18 novembre – Il primo referendum propositivo d’Italia

  Un manifesto elettorale in Piazza Chanoux, ad AostaPubblico l’appello che abbiamo scritto come Arci Valle d’Aosta per far conoscere l’appuntamento elettorale del prossimo 18 novembre: in Valle d’Aosta, infatti, si terrà il primo referendum propositivo d’Italia. Qualcuno, nel Palazzo, invita a disertare il voto. "Pas de sens, pas de vote" è il suo slogan. Niente senso, niente voto. Trovo scorretto che chi governa inviti all’astensione. Trovo che ognuno possa decidere CHE COSA votare, ma il fatto di votare non è solo un diritto: è anche un DOVERE civico. Nel frattempo, nel resto d’Italia, non si parla minimamente di questo strumento popolare, per ora ancora unico nella storia del nostro Paese. Neanche come gossip. Ma tornerò sull’argomento: ora lascio spazio all’appello.
 
 In una pubblicità di alcuni anni fa, la Valle d’Aosta era raffigurata come un’isola. Così è rimasta nell’immaginario collettivo, se è vero che basta partecipare a una manifestazione nazionale (quella dello scorso 20 ottobre a Roma) perché un sacco di gente si raduni intorno allo striscione «La sinistra della Valle d’Aosta». «Ma siete la sinistra dell’Union Valdôtaine?», ci domanda uno. E ancora: «Parlate francese o italiano?». Della regione più piccola d’Italia, in effetti, non si conosce molto e questo fatto ha risvolti sull’immobilismo, sociale e politico, della vita valdostana, governata da 30 anni dallo stesso partito. Una situazione che favorisce l’arroccamento intorno al proprio ombelico e rende difficile il confronto con i fenomeni e i processi che si sviluppano nel resto del Paese. Eppure a volte, come per incanto, la nostra realtà periferica vive un sussulto e nascono cose nuove, difficilmente prevedibili in una regione a conduzione semi-famigliare. È il caso del prossimo 18 novembre, quando i cittadini valdostani saranno chiamati a esprimersi su una nuova legge elettorale attraverso un referendum propositivo.
 È la prima volta che in Italia viene utilizzato questo strumento, che assegna direttamente al cittadino il potere legislativo, ma, stranamente, la notizia stenta a varcare i confini della regione, quasi a confermarne la natura “insulare”. Chiediamo di non essere lasciati soli: quello che oggi abbiamo a disposizione è uno strumento di democrazia molto avanzato. Per la prima volta il destino di una proposta di legge popolare dipenderà dal voto dei cittadini e questo ha suscitato in tanti grande entusiasmo e speranza di cambiamento. Sappiamo però che negli ultimi decenni il cittadino valdostano è stato abituato a delegare attraverso il voto tutto ciò che riguarda la gestione della vita pubblica. È proprio su questo che punta l’attuale classe dirigente, che teme di essere cancellata dalla nuova legge elettorale e cerca di boicottare l’appuntamento referendario invitando ad astenersi dal voto. Dal momento della raccolta delle firme a oggi, il governo regionale ha più volte negato l’importanza dell’appuntamento. Due avvocati, pagati con soldi pubblici, sono stati incaricati dal Presidente della Regione di verificare la legittimità del nuovo strumento, che era stato approvato appena due anni fa con la sola astensione della Casa delle Libertà e aveva già superato un primo esame di costituzionalità.
 
Abbiamo paura del silenzio e che quest’appuntamento scivoli via ignorato, anche perché crediamo che tutte le regioni d’Italia, i movimenti, le organizzazioni, potrebbero avere interesse a conoscere quanto sta accadendo, soprattutto in un momento di grande riflessione sulle leggi elettorali e sul ruolo dei politici. Vorremmo che l’entusiasmo e le speranze suscitate dal referendum non si trasformassero ancora una volta in frustrazione e senso d’impotenza; magari vorremmo svegliarci il 19 novembre e scoprire di trovarci in una regione normale.
 
 
Circolo Arci Saperi & Sapori, Aosta


 Sull’argomento leggi anche questo e questo.
 Sulla politica valdostana leggi Curzio Maltese su Repubblica.

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3 risposte a Appello dell’Espace populaire per il 18 novembre – Il primo referendum propositivo d’Italia

  1. Stefano scrive:

    Anch’io come molti ho ricevuto a casa un bel fogliettino dove mi si suggeriva di non andare a votare,”Pas de sens, pas de vote”. Trovo che il gesto sia di per sè vergognoso e offensivo, il voto è libero per ogni cittadino, avrei magari gradito un opuscolo ben fatto per descrivere i 5 referendum…

  2. guerrillaradio scrive:

    inerente al tuo commento dalle mie parti,
    Ti vergogni assieme a noi Mario, così orgogliosi di non aver visto manipolabile anche la nostra libertà di provare vergogna.
    Grazie pure per la tua testimonianza.

    bonnenuit
    V.

  3. Mario scrive:

    Grazie, Stefano, per aver condiviso: secondo me l’unica cosa che possiamo fare è diffondere il più possibile una corretta informazione sul referendum, uno strumento che potrebbe essere importante anche per le altre regioni. Io sto scrivendo mail a destra e a manca per far superare alla notizia gli angusti confini regionali…
    Quanto al secondo commento, che dire? Grazie a Guerrilla Radio per le cose che scrive…

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