Ho tanta voglia di cantare…

 Chissà perché, ma mi ritorna in mente un album di Roberto Murolo, uscito in occasione del suo ottantesimo compleanno, Ottantavogliadicantare, nel quale l’artista duettava con colleghi come Fabrizio De André e Mia Martini.
 Sarà semplicemente questo: ho tanta voglia di cantare.
 Confesso la mia incompetenza a discettare, come di costume, di questo e di quello. Sarà l’estate, l’aria di vacanza, ma ultimamente m’informo poco, leggo poco il giornale, ancora meno capisco quello che succede.
 Le beghe della politica, che è diventata per intero “cosa loro”. La faccia tosta dei governanti, cui non ho più scritto lettere indignate. Le storie consuete di soprusi e schifezze: zero novità.
 Ho letto un bell’articolo di Rossana Rossanda sul manifesto di qualche giorno fa, che dimostra agilmente quanto il problema delle pensioni sia politico e non corrisponda assolutamente a un’emergenza economica. Ma poi ho perso l’articolo, non posso neppure citarlo degnamente. Mi pare dicesse che l’inps non è poi messo male e che il guaio sono i soldi destinati ai dirigenti… Io aggiungerei che la guerra alle pensioni (checché ne dica Beppe Grillo) è semplicemente un tassello della demolizione in corso d’opera dello stato sociale, quella creazione meravigliosa del tempo che fu che costringeva uno Stato a occuparsi dei propri cittadini. Tolto questo compito, infatti, che cosa rimane? La politica estera di D’Alema?!
 Il gioco dell'estate: Confronta anche tu il bilancio dell'Istruzione con quello della Difesa/Offesa!Non ci sono i soldi, dicono: non è mica cattiva volontà. Ma dovrebbero completare la frase, perché altrimenti i soldi ci sono, ci sono eccome. È solo una questione di scelte. Non ci sono i soldi per le pensioni, o per la scuola, o per la sanità, però ci sono quelli per il Ministero della Difesa. Che non li usa per difenderci: li usa per fare la guerra oltremare e per comprare centinaia di caccia bombardieri di nuova generazione in barba all’articolo 11 della Costituzione.
 Ci sono pure i soldi per aiutare una classe imprenditoriale incapace, che gioca in borsa e non produce niente. C’è stato forse un tempo (o bella età dell’oro) in cui il bene dell’impresa coincideva con quello della nazione? Imprenditori che assumevano operai e pagavano le tasse? Oggi, in ogni caso, i nostri eroi delocalizzano: licenziano nel nome della competitività e in cambio pretendono sgravi fiscali!
 Ci sono anche i soldi per pagare la pensione agli onorevoli (a loro sì, come dimostra il conto alla rovescia nella colonna di destra di questa pagina) dopo appena due anni e mezzo di legislatura. Due anni e mezzo di “lavoro” e una pensione che non è certo quella di un cristo comune!
 Allora lo dicano chiaro i “gestori” delle nostre pensioni; completino la frase: «Ci spiace, ma i soldi non ci sono… perché abbiamo deciso di utilizzarli altrimenti!».
 
 E questo spiega perché ho voglia di cantare. Che cosa dovrei fare? Coltivare il sogno che quanto resta della sinistra non omologata lasci il governo? Sperare che qualche pressante argomentazione convinca i prodi di turno a fare retromarcia, almeno sulle cose principali come, chessò, la non accettazione dei dogmi liberisti, o magari la base di Vicenza? Dovrei tentare di spiegare ai mastella della situazione che non è giusto estradare chicchessia verso uno Stato in cui vige la pena di morte, neppure se quello Stato è l’unica superpotenza del mondo? O che le torture non sono non dico democratiche, che non interessa più a nessuno, ma neppure… cristiane?
 I quattro gatti che hanno frequentato il blog nelle ultime settimane avranno notato che mi sono intestardito a dare notizia della mia cara, non-organizzata, Marcia Granparadiso estate. Qualcuno penserà che ho indugiato troppo, che, come si dice altrove, mi ci sono un po’ amminchiato. Ma che altro fare? Che cosa, se non proporre cose? La Marcia, in fin dei conti, è un esempio di qualcosa di diverso: un’esperienza in cui chi vince, vince perché ha vinto e, contento d’aver vinto, si compra la coppa, invece d’aspettarsi un premio! Dobbiamo dare spazio ai nostri sogni e assieme ai sogni alla protesta, trovare i giusti spazi per proporre… Questa, perlomeno, è la speranza che mi strizza l’occhio di nascosto, la speranza di cambiare qualche cosa prima o dopo. Questa è la strada che cercherò di percorrere, nelle presenti pagine, a cominciare d’ora. Ma chiedo aiuto: ognuno proponga qualche iniziativa personale, da condividere con gli altri, per resistere, per costruire il proprio mondo
 Ospito volentieri!


 Il disegno che compare in questo articolo è opera di Giuseppe Scalarini.

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Una risposta a Ho tanta voglia di cantare…

  1. licenzafissa scrive:

    che vuoi, d’estate è normale mollare un po’ il tiro..da stakanovista diventi stankanovista del blog! d’altra parte con sto caldo! come si fa? a parte che tu sei bello fresco a Cogne e qualche rotella ti gira ancora, ma qui no, non si riesce…figurati i Politicanti a Roma, con quell’afa da smog! già normalmente battono i quarti, ma d’estate danno proprio il peggio…
    non credo ci sia molto da fare d’estate, se non proporre cose aggregative, come dici tu, preferibilmente in quota oppure di sera (aggiungo io), e quindi ci si potrebbe vedere questa domenica in quel di Cogne per un’allegra scampagnata e picnic, e poi a seguire venerdì prossimo all’espace per la cena del GASARCI (il gruppo di acquisto solidale, ecco un’iniziativa interessante e meritevole!) e ovviamente per il concerto veterani + iubalfolk!
    ti dico solo che, da buoni veterani pacifisti, in scaletta c’è anche civil war…ti ricorda qualcosa?

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