Fernando Eros Caro nel braccio della morte (petizione on line)

 Sul manifesto di oggi, Marco Cinque invita con una lettera a partecipare alla petizione on line in favore di Fernando Eros Caro, nativo Yaqui Aztec nato nel 1949 in una famiglia contadina di Brawley, nel sud della California. Dal 1981, Caro è rinchiuso nel braccio della morte di San Quentin per un duplice omicidio di cui si è sempre dichiarato innocente. A quanto pare, il suo avvocato d’ufficio fu incapace di offrire una vera difesa, ma fu anche intimidito dal fatto che il processo si svolgeva nella contea di Fresno, sede del quartier generale del Ku Klux Klan californiano… Tornerò sulla vicenda di Caro, che presenta molti punti oscuri. Tra l'altro, è bene precisare che nel 2000 la Corte suprema degli Stati uniti ha annullato la sentenza capitale. Lo Stato della California, però, ha deciso di ricorrere e la città di Fresno è riuscita a riaprire un processo che potrebbe concludersi con una nuova sentenza di morte. Fernando Eros Caro, che da 28 anni aspetta che il suo destino si compia nel braccio della morte ha detto: "Si può vivere, si può morire, ma nessuno dovrebbe vivere aspettando di morire".

 Per partecipare alla petizione on line in suo favore e per ulteriori informazioni, cliccare qui.

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3 risposte a Fernando Eros Caro nel braccio della morte (petizione on line)

  1. Ivan scrive:

    Come disse qualcuno: Sono completamente d’accordo con il Mister.
    e il Mister saresti tu. Credo veramente che gli Americani siano uno dei popoli piu’ incivili e assurdi al mondo.

  2. GF scrive:

    Firmato la petizione. Ma non confondiamo la schifezza della pena di morte con le critiche agli USA: la pena di morte è diffusa in moltissime altre parti del mondo.

  3. Mario scrive:

    Sono d’accordo, non confondiamo: gli Usa non hanno nessun copyright sulla pena di morte, che purtroppo è diffusa in molti altri Paesi. In questo caso mi sembra particolarmente ignobile il fatto che un essere umano (innocente o colpevole) aspetti di conoscere il suo destino da 28 anni. Ma neppure questa è una specificità degli Stati uniti, bensì di un istituto (la pena capitale) che sarebbe ora di abolire in tutto il mondo.

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