Nuova intercettazione telefonica

Aspettando il 14 maggio…*
*Data della discussione alla Camera per la proposta di legge sul conflitto d’interessi.


Prima che la legge vergogna in corso di approvazione in Parlamento c’impedisca di pubblicare il testo delle intercettazioni telefoniche che abbiamo realizzato, forniamo la sbobinatura completa di una telefonata tra due rilevanti personalità del mondo politico italiano. Per cautelarci contro eventuali denunce, camufferemo i loro nomi in Produsconi e Berluscodi. Per l’intelligenza del lettore, indicheremo in Produsconi l’autore della chiamata, partita da Palazzo Chigi, e in Berluscodi il ricevente, localizzato in una tenuta della Brianza.

PRODUSCONI: E non ti preoccupare! La legge sul conflitto d’interessi sarà più blanda che nelle altre democrazie. Del resto, mica vogliamo diventare tutti poveri come san Francesco…
BERLUSCODI: Non mi freghi! È un atto di killeraggio politico! Volete farmi fuori, l’avete sempre voluto! È un’idea di quegli irresponsabili estremisti!

PRODUSCONI: Zitto, per carità, già così mi sto giocando la carriera, guarda che gli italiani potrebbero anche capire… Ma cosa potevo fare di più? Vuoi che ti spacci davvero per san Francesco? Magari qualcuno ci crede, possiamo farlo dire alla televisione…
BERLUSCODI: (incomprensibile) Comunque, penso che alla fine la legge sul conflitto d’interessi non si farà, perché è in conflitto con l’interesse di tutti: avreste potuto risolvere il problema alla radice, dichiarandomi ineleggibile, ma poi come avreste fatto? Sono lo spauracchio che vi consente di governare… Nonostante tutto!
PRODUSCONI: Bè, intanto occupiamoci di rifare la legge elettorale.
BERLUSCODI: E la Costituzione, che l’Umberto non molla. Del resto, sentito il parere favorevole di Giorgio, il voto degli italiani non ha alcuna importanza…
PRODUSCONI: Lascia fare, incominci a capire che ti esponi meno, a governare per procura?
BERLUSCODI: Che procura e procura! Consentimi, certe parole potresti pure evitarle, mi rievocano brutti ricordi!
PRODUSCONI: (ride) Dai, che non ti succede nulla. Ti abbiamo coperto noi…
BERLUSCODI: Sì, siete stati sempre buoni con me, voialtri comunisti! Fin dal '94… Te lo ricordi che guaio, la legge 361? Quella del ’57…
PRODUSCONI: Bè, c'erano altri, lo sai… Però la 361 era pericolosa… Chissà che ci aveva in testa chi l’ha votata! Ci pensi che per due volte hai governato illegalmente?
BERLUSCODI: Legge da comunisti, anime rosse, però! E dove si è visto nel mondo che il titolare di una concessione pubblica non si può candidare alle elezioni? E io come lo governavo il Paese? Mica potevo rinunciare alle televisioni!
PRODUSCONI: Avresti potuto evitare di scendere in campo, però…
BERLUSCODI: Bravo, così non (incomprensibile) evitare le manette.
PRODUSCONI: Comunque ci ha pensato Luciano a coprirti… E ora ci pensiamo noi… Per Telecom, piuttosto…
BERLUSCODI: Non preoccuparti, m’interessa…
PRODUSCONI: Ci conto. Ora ti saluto, devo preparare il testo sul blind trust
BERLUSCODI: Ecco, bravo! Mi raccomando, poi mi fai leggere: non facciamo scherzi!
PRODUSCONI: (ride) Niente scherzi, non ti preoccupare… Ciao!
BERLUSCODI: Ciao, ci sentiamo.


NOTA: Il lettore più attento avrà notato che questa intercettazione è parto della fantasia di chi scrive. In quale Paese del mondo, infatti, potrebbero accadere cose come queste? Non ci sarà bisogno di aggiungere, insomma, come si usa in questi casi, che ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti… C'è un'eccezione, però! La legge n. 361 del 1957, che vieta la candidatura politica di chiunque sia titolare di concessioni pubbliche (ad esempio l'etere, per le trasmissioni televisive), esiste davvero. Nel '94, Berlusconi poté scendere in campo solo perché la titolarità della sua concessione fu attribuita al signor Fedele Confalonieri, persona, com'è ovvio, diversa da Silvio Berlusconi. Ma questo, va da sé, lo dico a titolo puramente esemplificativo, ché il buon Silvio nulla c'entra con questa "intercettazione"…
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Una risposta a Nuova intercettazione telefonica

  1. Birrbenza scrive:

    VIAGGIO IN MACCHINA
    Piero: sono ormai 2 ore che guido, dove cavolo siamo finiti?
    Francesco: tranquillo, ormai manca poco… guarda cosa dicono le indicazioni a quell’incrocio che controllo sulla mappa.
    P: c’è un cartello sulla sinistra… via Pacs… che dici, svolto?
    F: dico… dico… dico che è meglio proseguire dritto, non è la via giusta…
    P: vabbeh, la mappa ce l’hai te, io mi fido… e a questo bivio qui che faccio, a sinistra c’è via del socialismo, volto?
    F: no no, prosegui verso il centro cittadino… bisogna voltare dopo…
    P: è forse questa allora? via (dall’) Afghanistan? volto a sinistra stavolta?
    F: per carità no! e poi guarda quei 2 brutti ceffi ai lati della strada, quelli sono buoni di buttarti dei chiodi sull’asfalto e bucarti le ruote, e dopo voglio vedere come proseguiamo il nostro viaggio… tira dritto va là…
    Romano (dal sedile posteriore): siamo arrivati??
    F&P: no!
    P: mmmhmh… via conflitto d’interssi…che questa sia la volta buona? volto??
    F: ma non lo vedi che è chiusa per lavori?! leggi un po’ che ce sta scritto sul cartello per favore…
    P: c’è scritto “chiusa per installazione nuove linee telefoniche”…
    F: e allora prosegui dritto… segui le indicazioni per il centro…
    R: siamo arrivati?
    F&P: ancora no! stai un po’ zitto per piacere!
    P: oddio, mi sta finendo la benzina… ce li avete i soldi per il pieno?
    F%R: noi no! facciamo così: carichiamo quel giovanotto laggiù che sta facendo l’autostop, se vuol salire ci dovrà dare un contributo…
    P: ottima idea! (accosta accanto all’autostoppista) ciao, se hai qualcosa da darci per la benzina puoi salire…. dove sei diretto?
    Marco: ho con me qualche spiccio… io vado in centro…
    F&R&P: anche noi! salta su!
    P: (ripreso il viaggio) guarda un po’ qua… via base di vicenza… volto a sinistra?
    F: no, guarda quanta gente c’è in mezzo alla strada, ci sarà una manifestazione… troppo casino, meglio voltare a destra…
    (dopo un’altra mezzora di svolte a destra…)
    P: ho paura che ci siamo persi… Romano, scendi e suona a quel citofono per farti dire dov’è sto benedetto centro…
    (Romano scende e suona il citofono)
    Citofono: Villa di Arcore, desidera?
    Romano: caspita, mi sa che abbiamo voltato troppo a destra…

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