No Dal Molin – 17 febbbraio: la manifestazione a Vicenza

No Dal Molin!17 febbraio 2007. Il ritrovo è alle sette meno un quarto ad Aosta, all’Arco d’Augusto, eretto nel I secolo dopo Cristo per celebrare la vittoria dei romani sui salassi. Si parte con il pullman organizzato da Rifondazione. Mi dicono che i tre o quatto tizi che parlottano fra loro dietro i chioschi ancora chiusi sono della digos. Noi, per il momento, saremo una ventina, compreso l’autista. Una ragazzina vuole salire col cane; non può. Rimangono a terra insieme all’amica.

Partiamo poco dopo le sette.

9.44 – Casello di Milano: primo controllo di polizia (patente e libretto). Si riparte alle 9.50.
Incolonnati a due chilometri da Rovato. Sulla vetrata posteriore del pullman davanti al nostro campeggia il cartello «Gita teppistica», insieme allo striscione rosso «Autonomia». Intorno, per un istante, la pianura padana ha assunto un aspetto più ondulato. Oltre i prati coltivati a vite s’innalzano colline alberate.
Sull’altra carreggiata c’è stato un incidente. Un tir si è ribaltato e un paio di macchine sono rimaste coinvolte. Superato quel punto, il traffico riprende a scorrere con fluidità: solo una coda da curiosità.
12.16 – Vicenza ovest: mini controllo di polizia. Se non sbaglio, viene annotata la targa del pullman. Ripartiamo subito.
Parcheggiamo al mercato ortofrutticolo e ci immettiamo nel flusso della gente. La manifestazione prende forma man mano: si stendono gli striscioni, si aggrega il corteo. La folla è bella e colorata. Per un istante tutto sembra ripartito per aree cromatiche: quella rossa dei partiti comunisti, quella bianca delle bandiere No Dal Molin e No Tav, poi l’arancione del Partito umanista, il verde degli ambientalisti il rosso e il nero degli anarchici.

Mi stacco dai miei compagni di pullman per cercare Ronnie e Silvia, che sono venuti dalla Valle d’Ossola. Ronnie sta facendo alcune interviste per l’università di Torino. Silvia e io lo accompagnamo lungo il corteo, fermandoci di tanto in tanto per aspettarlo. Così vediamo sfilare la gente, che non finisce mai, anche se siamo in coda. Quando la testa del corteo sta arrivando al Campo marzio, dove ci saranno i comizi e lo spettacolo, gli ultimi stanno ancora partendo, sei chilometri più indietro.

 

Tra gli striscioni, quello delle mamme antifasciste del Leoncavallo, la scritta «Non magnemo gati ma gnanca bombe», poi un camioncino tappezzato di cartelli che assicurano che «Menego no’l voe ‘a caserma al Dal Molin» e «Anca Bepi, l’amigo de Menego no’l voe ‘a caserma al Dal Molin» e «Anca tuti i nevodi e le nevode de Menego e de Bepi no’i voe ‘a caserma al Dal Molin». L’elenco si conclude, sull’altra fiancata della vettura con la domanda, piuttosto significativa, «Ma allora chi la vuole?». Circa il 30% della popolazione, mi viene assicurato.


Dopo il corteo, lo spettacolo di Dario Fo e Franca Rame, accompagnati sul palco dai Punkreas, che successivamente, durante il loro concerto, calzano per un istante la maschera di Romano Prodi, invitando i presenti a esprimersi liberamente. Infine, il gruppo locale Osteria popolare berica.

 

Incontro la coppia presso cui dormirò. Mi portano a mangiare un ottimo “pasticcio” (lasagne al forno) a casa di amici. Dopo cena, finalmente, conosco il presidio.

È un tendone bianco, fuori del quale ci sono una bandiera della pace e una No Tav. Vicino all’entrata si fa il fuoco, poco più in là c’è una roulotte. Dentro al tendone, alcuni banchi ricoperti di volantini e altra documentazione e un piccolo spaccio, dov’è possibile comprare una birra o un caffè e fare un’offerta per le spese del presidio. È qui che si riuniscono i cittadini di Vicenza contrari alla base americana. È qui che vengono organizzate le varie iniziative. Io avevo immaginato qualcosa di più complesso, ma è tutto molto semplice.
La mattina dopo, torniamo sul posto con la luce del sole. Uno striscione proclama: «Servizio di raccolta e rottamazione schede elettorali & voti traditi».


Davvero Vicenza si sente tradita.
 

Chiedo ad Andrea, il mio ospite, quali sono le ragioni locali, a parte il pacifismo, contro la costruzione della nuova base. Me ne elenca facilmente un buon numero, da quelle ambientali, all’incredibile tasso di cementificazione dell’area di Vicenza, alle necessità di approvvigionamento idrico, alla viabilità e alla qualità dell’aria (nei primi due mesi del 2007, Vicenza ha già oltrepassato i 35 giorni annui di superamento del limite giornaliero di PM10 consentiti dalla legge). Durante la settimana, la strada che passa davanti all’aeroporto Dal Molin (detta, se non sbaglio, il verme) è perennemente intasata e bisogna andare a passo d’uomo. Noi invece sfrecciamo solitari in questa domenica mattina, passando accanto alla recinzione dell’aeroporto. Leggo i cartelli della zona militare: «Non oltrepassare – Sorveglianza armata».

Vedi le altre foto della manifestazione nell’album

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33 risposte a No Dal Molin – 17 febbbraio: la manifestazione a Vicenza

  1. licenzafissa scrive:

    un dubbio: ma il prodi bis vuol dire che sarà due volte peggiore del primo?

  2. Mario scrive:

    Sembra di sì, han già stilato alcuni punti interessanti, i 12 COMANDAMENTI, mi pare, che son tutto un programma…

  3. GhostCCCP scrive:

    Salve Mario sono GhostCCCP e mi complimento per il tuo blog!
    Comunque con la caduta del governo si è verificato l’inevitabile… NON CONVIENE IGNORARE LA PIAZZA!
    Nonostante tutto non mi auguro il ritorno del cavaliere per niente al mondo.
    C’è un certo rischio ma non si cambia idea!
    http://www.bloggers.it/NICOR/

  4. Lo scrive:

    Complimenti per il blog, belle le foto,tutto ben documentato. Una domanda per il Prodi bis: il bis,al ristorante, in genere lo si fa se il piatto è piaciuto la prima volta.. parlo di ristorante visto che “à lé tut un magna magna..”. A Prodi proporrei di pensare a ridurre le spese e non di aumentare le tasse..qualche idea: -Controllare le liste di auto blu,segretarie,nessi e connessi che mangiano attorno al carozzone politico -Ridurre il parlamento ad una sola camera (basta e avanza visto che siamo sempre più sotto il controllo di leggi europee che al massimo il parlam ital deve solo recepire) -Eliminare la regola strana che permette ai militari che vanno in pensione di aumentare di grado e quindi portarsi a casa una pensione ben più alta..ke dire..nel mondo civile un segretario prende la pensione da segretario e non da direttore!! -Capire perché i costi chilometrici dei lavori autostradali sono i più alti d’Europa.. -I notai!! questa casta che sembra intoccabile..parlavo un giorno con un’immigrata americana stupita..mi diceva che da loro i passaggi di proprietà e tante altre pratiche vengono seguite direttamente da uffici pubblici..con ben altri costi! -ne avrei altre ma..tempo tiranno! Non mi rimane che complimentarmi ancora e..a presto! ((p.s: per caso ti alleni nelle zone di Gressan? forse ti ho visto,Mario,ma correvi troppo forte per riuscire a salutarti..))

  5. Mario scrive:

    Ti ringrazio per i complimenti e per i suggerimenti che provvederò quanto prima a inserire nella Tavola delle 12 leggi… Per quanto riguarda l’area di Gressan, se c’era uno che correva veloce era più probabilmente mio fratello…

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