Io rinuncio al mio credito greco

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AZIONE URGENTE! Ho scritto al consiglio dei ministri e – per conoscenza – alle liste Tsipras che, come cittadino italiano e come europeo, rinuncio volentieri a esigere il credito italiano nei confronti della Grecia (40 miliardi). Facciamo tutt* altrettanto, se non altro per non passare sotto silenzio ciò che sta accadendo, anche in nome nostro.

Inviamo l’e-mail a uscm@palazzochigi.it e comitati@listatsipras.eu

IL TESTO DELLA LETTERA:

L’Italia partecipa al credito greco per 40 miliardi. Come cittadino italiano e come europeo, rinuncio a tale credito, a beneficio della popolazione greca.

Le richieste dell’Unione europea, del Fondo monetario internazionale e della Banca centrale europea non sono, a mio parere, né legittime, né sensate. Uno Stato ha il dovere di preoccuparsi della vita e del benessere dei propri cittadini. Le ricette europee impediscono qualsiasi politica di aiuto ai più bisognosi e non permettono una maggior equità economica attraverso una politica fiscale più incisiva nei confronti dei più ricchi.

Il debito è un meccanismo perverso, che non consente alcun margine di programmazione economica a vantaggio del Paese, né permette di concentrarsi sui veri problemi di un’economia, a iniziare dalla mancanza di investimenti (tutte le risorse sono assorbite dalla voragine del debito) e dalla presenza di corruzione, evasione fiscale e criminalità organizzata.

È necessario che l’Italia faccia presente all’Europa con i fatti, non con le parole, che la politica dell’austerità è sbagliata e non può essere imposta contro la volontà di milioni di persone.

Chiedo pertanto pubblicamente che il mio Paese rinunci a esigere il suo credito nei confronti della Grecia.

Mario Badino
Cittadino italiano

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3 risposte a Io rinuncio al mio credito greco

  1. Paola Brancozzi scrive:

    Mi vergogno di questi individui che (S)governano l’Europa e la mia idea di europeista convinta è andata completamente in frantumi.

  2. stefano bosani scrive:

    bene quindi se tu rinunci al tuo credito, poiché in Italia è di circa 650 euro procapite, avrai mandato quei soldi al ministero del tesoro italiano (a meno che parli tanto per parlare)… io però, visto che siamo 4 in famiglia non posso pagare 2600 euro, quindi NON rinuncio, ma tu fai bene a dare 650 euro (perché li dai, se no lo dici solo per far polveroni sul blog). chi volesse seguire il tuo consiglio può acquistar il debito greco sul mercato, diventare creditore e poi parlare di rinunciare al credito. grazie. ciao.

    • Mario scrive:

      Non ho nulla da rispondere a questo illuminato ragionamento di alta economia. Normalmente cerco di dare una risposta vera ai commenti, il tuo inoltre mi sembra in buona fede, e certo il mio atteggiamento – per una volta arrogante? diciamo stufo?potrà essere etichettato come una non-risposta, del tipo: «È rimasto a corto di parole» o, come suggerisci tu: «parla tanto per parlare». Il fatto è che certi ragionamenti mi ricordano quelli di quegli altri signori illuminati che, se uno si impietosisce per esseri umani che scappano da situazioni atroci e cercano asilo in Europa, dicono: «E perché non te li prendi a casa tua?», dimenticando che cos’è un cittadino, che cosa uno Stato, quali sono i compiti dell’uno, quali quelli dell’altro. Io, cittadino, rivendico il diritto di dire al mio governo come vorrei che fossero utilizzati quei soldi che mi sono presi attraverso le tasse (ci mancherebbe ancora che dovessi metterne altri, visto l’uso che ne fanno). Usino anche i miei 2600 euro – anche noi siamo in quattro, anch’io ho due figli, e anch’io ci tengo, e non mi sento un irresponsabile solo perché propongo un tipo di economia che non affami un popolo, che poi tanto tocca anche a noi per condonare il debito al popolo greco, se è l’unico modo per non ridurlo in miseria. O si crederà alla favoletta del buon creditore che non vuole perdere i soldi imprestati? I soldi ci sono, ci sono, ci sono: se è sempre più difficile arrivare alla fine del mese è solo a causa delle decisioni che vengono prese da tecnocrati e cultori del pensiero unico dominante: tutti i soldi devono essere dati alle imprese, perché diano lavoro (e infatti è tutto un licenziare, un delocalizzare o un togliere diritti), al risanamento del debito (quello italiano, intendo), alle missioni militari (la guerra), che altro? Con buona pace dello stato sociale, di quel modello che è diventato insostenibile unicamente perché è stato deciso così.

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