Lettera aperta sulla stazione del “trenino di Cogne”

Al sindaco di Cogne, Franco ALLERA
e, per conoscenza, al Consiglio comunale di Cogne e all’Assessore alle Opere Pubbliche della Regione Autonoma Valle d’Aosta, Mauro BACCEGA

Gentile signor Sindaco,

scrivo questa lettera aperta come accompagnamento alle mie osservazioni sulla progettata collocazione della nuova caserma dei carabinieri di Cogne nei locali della stazione ferroviaria, che ho provveduto a inviarle con raccomandata.

Tali osservazioni, mi hanno detto, potranno forse contribuire a far cambiare idea all’amministrazione, e diventeranno necessarie nel caso qualcuno voglia sobbarcarsi le spese di un ricorso amministrativo contro la decisione in oggetto.

Io che frequento Cogne da quando ero bambino non voglio pensare che questa sia la via da perseguire per dialogare con l’amministrazione pubblica e spero che il punto di vista di chi vuole tutelare un bene comune unico per valore storico e culturale – la ferrovia del Drinc nella sua interezza e il suo ruolo specifico all’interno del più complesso sistema minerario valdostano – sarà preso nella dovuta considerazione.

Negli ultimi anni i cittadini di Cogne, quelli della Valle d’Aosta e anche – attraverso il censimento dei Luoghi del Cuore del FAI – delle altre regioni d’Italia hanno espresso il proprio affetto per un’opera ingegneristica che fa parte della storia della Valle. Posta l’effettiva utilità di una caserma dei carabinieri, per quale ragione si è voluta scegliere proprio questa collocazione?

Ci sono scelte dalle quali non si può fare ritorno.

Indipendentemente dall’uso che della stazione e della ferrovia si potrebbe fare in futuro, conviene oggi mantenerne l’integrità, in considerazione del loro significato per la memoria del luogo e dei suoi abitanti.

Esistono altri edifici, nel territorio comunale, nei quali si potrebbe realizzare la caserma, e, anche a voler utilizzare il patrimonio immobiliare costituito dal villaggio dei minatori, è possibile individuare strutture meno peculiari per forma e funzione, senza precludere per il futuro la possibilità di un recupero complessivo, a fini turistici, museali e culturali della ferrovia del Drinc e dell’intera filiera valdostana dell’acciaio.

Spero dunque che il Comune sappia ascoltare la voce di quei cittadini che non vogliono lo snaturamento della stazione di partenza della linea Cogne-Acque Fredde: è così che concepisco la buona politica, quella che forse è ancora possibile, almeno a livello locale. In fondo, non si tratta né di votare il completamento dei lavori del “trenino di Cogne”, né di rinunciare alla caserma, ma più semplicemente di scegliere un altro edificio per ospitare i carabinieri, preservando per le prossime generazioni un bene comune insostituibile.

Cordiali saluti,

Mario Badino

>>> La presente è da intendersi come lettera aperta; copia di essa è stata inviata ai media valdostani e il testo è disponibile online all’indirizzo http://mariobadino.noblogs.org/.

>>> Pubblico di seguito le mie osservazioni al Comune di Cogne

Al signor Sindaco di Cogne, Geom. Franco ALLERA
Comune di Cogne
SEDE
Via Bourgeois, 38 11012 COGNE

All’Assessore Opere Pubbliche
del Suolo ed Edilizia Residenziale Pubblica, Geom. Mauro BACCEGA
Regione Autonoma Valle d’Aosta
SEDE
Via Promis, 2/A 11100 AOSTA

OGGETTO: Osservazioni sull’utilizzo della stazione di Cogne come sede della caserma dei carabinieri.

In riferimento alla proposta d’atto d’intesa, presentata con deliberazione della giunta regionale n° 189 del 13 febbraio 2015, con riferimento all’art. 29 L. R. 6 aprile 1998, circa la conversione della stazione del “trenino di Cogne” situata nel capoluogo di vallata in uffici destinati a ospitare una caserma per i carabinieri, come cittadino valdostano mi preme esprimere alcune osservazioni.

Parto dalla considerazione che il patrimonio immobiliare e infrastrutturale legato alla miniera di Cogne e alla filiera dell’acciaio in Valle d’Aosta costituisce un patrimonio storico e culturale unico, che andrebbe valorizzato con finalità culturali, turistiche ed economiche, come lo stesso comune di Cogne si è recentemente impegnato a fare. Nella stessa direzione va la mozione del 29 gennaio 2014, approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale, sulla valorizzazione del patrimonio minerario di Cogne nella sua interezza.

In questa prospettiva, qualunque scelta a carattere irreversibile, che snaturi la fisionomia e impedisca la fruibilità di un bene pubblico come la stazione di Cogne, costituisce un danno per l’intera comunità valdostana, e potrebbe essere giustificata soltanto dal sussistere di esigenze ineludibili non soddisfabili altrimenti.

La presenza di una caserma dei carabinieri a Cogne è certamente auspicabile, anche in considerazione di alcuni furti recenti; non mi sembra, però, che l’ubicazione proposta sia la sola possibile all’interno del territorio comunale. Nello stesso “villaggio dei minatori” sono presenti molti altri edifici oggi non utilizzati, con caratteristiche meno peculiari, da un punto di vista sia architettonico, sia storico, rispetto a quelle della stazione di Cogne.

Cambiare identità alla stazione significa imporre una scelta a carattere definitivo, innanzitutto per l’ovvia necessità di lavori di adattamento della struttura, e, in secondo luogo, perché non sarebbe né razionale, né economicamente conveniente allestire una caserma per poi smantellarla in un prossimo futuro. Si tratta, oltretutto, di un bene nei confronti del quale più di una volta negli ultimi anni la popolazione di Cogne, come dell’intera Valle d’Aosta, ha espresso affetto, ad esempio in occasione del censimento dei Luoghi del Cuore del FAI, che ha visto la ferrovia del Drinc prima assoluta tra i siti valdostani.

La ferrovia del Drinc costituisce infine per Cogne e per la sua vallata una via di comunicazione di emergenza con la valle centrale, e a tal fine è stata utilizzata anche di recente, in occasione dell’alluvione del 2000, e di successive imponenti nevicate. Pare dunque controproducente limitarne il tragitto al tratto Acque Fredde-Epinel, quando si può raggiungere il capoluogo comunale.

Come cittadino, insegnante di storia e affezionato visitatore di Cogne, paese al quale sono legato sin da bambino, auspico che le osservazioni espresse siano prese in considerazione.

Distinti saluti,

Mario Badino

Martedì 21 aprile 2015

 

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