Buttiamo giù


Stavo per ricominciare
a scrivere un articolo alla vecchia maniera. Un po’ di sdegno, qualche dato, ecco fatto. Non ci sono riuscito. Ma vi rendete conto della situazione?

Voi che v’indignate perché Berlusconi non è uscito di scena. Voi che sperate, o avete sperato, persino in Renzi. Voi che parlate, in pieno golpe, delle preferenze nella scheda elettorale e non v’importa che al Parlamento siano tolte prerogative e poteri, perché bisogna risparmiare, e meglio lì che altrove (tanto fanno schifo tutti, ecc ecc. Tutto il potere a uno solo, allora?). Voi, vi rendete conto della situazione?

Io ho due figli. Che tengo tutto l’anno esposti ai fumi dell’acciaieria locale, a quelli del traffico, dei camini, nella piccola Aosta, cittadina incassata tra montagna e montagna (perciò il fumo ristagna).

Ho due figli piccoli. Ai quali continuo a dar da mangiare i prodotti che acquisto al supermercato. Nel Paese della terra dei fuochi. Ai quali, quando l’estate siamo a Mesagne (Brindisi), la città natale di mia moglie, do da mangiare la verdura delle campagne vicine. Salvo leggere oggi che alcuni imprenditori mesagnesi avrebbero contribuito a impastare i terreni del brindisino con i fanghi del drenaggio del porto di Taranto.

Io non ce la faccio a ricapitolare, mettere insieme i dati, a informare. Viene meno la concentrazione, la voglia. Troppe sono le aggressioni subite. Quando compro un vestito, quando compro un giocattolo, ho sempre paura che i coloranti usati siano tossici. Il recente allarme di Greenpeace sulle sostanze presenti nei vestiti per bambini mi ha gelato il sangue.

Vien voglia di gettare la spugna. Ma ho due bambini. Qualcosa bisognerà fare.

>>> L’immagine è di Lara Cavagnino.

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