Si tratta di salute. Poi fate voi.

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Alla fine si tratta di salute
. Si tratta di salute per me che devo respirare, per me che ho la responsabilità dell’aria che respirano i miei figli. Se le pubblicità turistiche in Valle d’Aosta fornissero i valori del livello di inquinamento della nostra «aria di montagna», almeno quella che si respira sul fondo della valle centrale, i turisti cercherebbero altrove terre più salubri. Se le pubblicità di cui sopra mostrassero gli scempi urbanistici della città ex candidata a capitale della cultura europea, i turisti cercherebbero altrove terre più rispettate (ma qui sto divagando).

I TIR. Il traffico. La Cogne. Il riscaldamento domestico (quanti edifici sono ancora scaldati col gasolio, ci manca giusto il carbone!). Tra poco il teleriscaldamento, che andrà a sommarsi al resto, invece di diminuire le fonti di inquinamento. E i cantieri, con le loro polveri: quelli aperti e quelli a venire. Questo dovrebbe dire la réclame della Vallée. Il tutto in una valle stretta stretta incastonata tra i monti. Traete voi le conseguenze.

E ancora. Il tentativo, sonoramente bocciato dalla popolazione un anno fa, di costruire l’ennesima struttura inquinante, il “pirogassificatore“, per bruciare i rifiuti della regione più piccola d’Italia, appena 130mila abitanti.

Contro il referendum propositivo che impegnava la Regione Autonoma Valle d’Aosta a recepire la proposta di legge per cui sono vietati nel territorio regionale gli impianti di smaltimento a caldo dei rifiuti, è stato presentato un ricorso presso la Corte costituzionale. Non sia mai che i cittadini decidano da soli! La Corte ha poi emesso la sua sentenza: la legge uscita dal referendum è incostituzionale.

Non me la prenderò, beppegrillescamente, con la sentenza. Sono sicuro che dal punto di vista formale la decisione dei giudici sarà, come di consueto, ineccepibile. Siamo, del resto, un Paese fondato sulla forma, come sa chiunque abbia provato a fare un ricorso. Del merito non gliene frega niente a nessuno. E, tuttavia, al di là dei sospetti, espressi da alcuni, di manovre volte a propiziare questa decisione, che il voto di una regione sia cancellato da una sentenza è cosa che dovrebbe far riflettere. Sul funzionamento della nostra democrazia. Sull’opportunità di adire la Corte costituzionale, là dove la volontà popolare era più che mai cristallina.

Che cosa cambia ora? In teoria nulla. La maggioranza che governa la Regione – se sarà abbastanza furba o se non sarà compromessa con l’interesse di qualcuno – continuerà a prendere atto della volontà popolare, come del resto ha assicurato negli ultimi dodici mesi. Non avrà valore legale, vincolante, ma la consultazione c’è stata. Ciò che finora è stato fatto per cambiare strada nella gestione dei rifiuti (ben poco per non dire nulla) lascia però pensar male. E il governo regionale è nelle mani di una maggioranza regionale che, grossomodo, è dello stesso colore politico di quella precedente. Quella che aveva individuato nel “pirogassificatore” l’unica soluzione possibile.

Nonostante una prima decisione positiva circa la raccolta dell’umido nel capoluogo regionale e il recente avviso di controlli sulla bontà della raccolta differenziata presso le abitazioni, non sembra che l’ultimo anno abbia visto la maggioranza di governo attrezzarsi adeguatamente per una gestione dei rifiuti alternativa al progettato impianto a caldo. Che conclusioni si devono trarre?

Pubblico di seguito il comunicato stampa di Valle Virtuosa circa la decisione della Corte costituzionale.

COMUNICATO STAMPA

Sentenza Corte Costituzionale

Non cambia nulla, i valdostani si sono espressi chiaramente

La Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge regionale modificata dopo il Referendum del 18 novembre 2012.

In realtà non cambia nulla perché i cittadini valdostani si sono espressi molto chiaramente, non vogliono che i rifiuti siano trattati a caldo. La Regione può tranquillamente rispettare l’esito mettendo finalmente in atto i metodi ampiamente sperimentati di trattamento a freddo che potrebbero portare la Regione Valle d’Aosta ad essere la prima Regione Italiana a Rifiuti Zero.

Dalla lettura della sentenza si desume che non vi è incompetenza assoluta della Regione Valle d’Aosta, la quale, per tutelare la salute dei cittadini, può dettare criteri più restrittivi di quelli indicati dallo Stato.

Il motivo per cui è stata dichiarata illegittimità costituzionale della norma è che la legge regionale impugnata preclude allo Stato la possibilità di individuare delle zone dove eventualmente localizzare impianti di preminente interesse nazionale. Sempre dalla lettura della sentenza, però, si evince che la Regione può vietare la localizzazione nel proprio territorio di impianti di interesse regionale (quale era il pirogassificatore) e può indicare i criteri per un’eventuale localizzazione, da parte dello Stato, di impianti di incenerimento di interesse nazionale.

Per questi motivi siamo fiduciosi che la Regione, come ha dichiarato dal 18 novembre in poi, nel rispetto della volontà popolare, metterà in essere tutti i progetti per portare la Valle verso una corretta gestione dei rifiuti che i cittadini valdostani continuano fortemente a volere.

>>> L’immagine di questo articolo è tratta dal blog Patuasia.

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Una risposta a Si tratta di salute. Poi fate voi.

  1. Ivan scrive:

    Caro Mario

    La salute è di competenza extra-planetaria e direi anche extra-solare: In particolare è il ministro alla “varie ed eventuali” del pianeta ELLENDIR che si trova nella costellazione del TORO a 2 passi luce dalla stella Aldebaran… insomma di che ti preoccupi ????

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