Tre anni di Piombo fuso


Aggiornamento: Gaza sotto attacco da terra, mare e cielo. Un morto e 10 feriti. Numerose bombe sonore per causare il panico nella popolazione [da Convoglio Restiamo Umani su Facebook].

Si è celebrato oggi, 27 dicembre 2011 (si è celebrato?), il terzo anniversario dell’inizio dei feroci bombardamenti israeliani che colpirono la Striscia di Gaza tra il dicembre del 2008 e il 18 gennaio del 2009, durante l’operazione militare «Piombo Fuso», responsabile dell’uccisione di circa 1300 palestinesi.

A tre anni di distanza continuano i raid dell’aviazione militare israeliana (alla quale la “nostra” Finmeccanica si appresta a fornire nuovi velivoli). L’ultimo, che ha causato un morto e tre feriti, è stato oggi.

Nessuna giustizia per i crimini di guerra è stata ottenuta da parte delle vittime, benché la responsabilità israeliana sia stata riconosciuta dalle stesse Nazioni Unite. Continua invece l’embargoillegale – ai danni della popolazione della Striscia di Gaza, imposto dal governo di Tel Aviv e di fatto accettato dal resto del mondo “che conta”.

La testimonianza più viva del «Piombo Fuso» è per me quella di Vittorio Arrigoni, attivista per i diritti umani ucciso a Gaza l’11 aprile di quest’anno, autore del libro «Gaza. Restiamo Umani», cronaca quotidiana della tragedia di quei giorni, scritta mentre intorno cadevano le bombe.

Lo avevo raggiunto telefonicamente, sia in privato, sia nel corso di un paio di serate di sensibilizzazione organizzate all’Espace Populaire di Aosta. Una volta ho anche sentito l’eco di una bomba, caduta proprio in quelle ore che – secondo l’esercito di Israele – sarebbero dovute essere di tregua.

Rientrato in Italia, Vittorio aveva accettato di presentare il suo libro all’Espace Populaire. Accanto a me, in questo momento, ne ho una copia dedicata a mia figlia. «Gaza. Restiamo Umani» è tuttora un modo unico per fare memoria di ciò che è stato (e che purtroppo continua a essere). Dovremmo riprendere a organizzare letture pubbliche del libro, come antidoto alla “distrazione” dei media. Acquistarlo, diffonderlo, farlo adottare, a seconda delle possibilità, da scuole e biblioteche. Donarlo, se ancora c’è rimasto qualche regalo in sospeso.

Intanto, una buona notizia riguardo all’informazione sulla Palestina, è che Egidia Beretta e Alessandra Arrigoni, la madre e la sorella di Vik, hanno deciso di far rivivere il blog di Vittorio, Guerrilla Radio, che proprio oggi ricorda l’inizio di «Piombo Fuso» con una poesia di Dunya Mikhail.

A Roma, l’anniversario è stato celebrato con un’azione di solidarietà verso la Palestina: il presepe di piazza Venezia è stato trasformato in un presepe palestinese per ricordare le vittime dei bombardamenti, dell’embargo, dell’occupazione. Nel video che pubblico di seguito si vede il presepe in questione, fino alla rimozione dei simboli palestinesi da parte di uno “zelante” pizzardone, mezzora dopo la loro collocazione.

>>> «Gaza. Restiamo Umani», il libro di Vittorio Arrigoni, è acquistabile online.

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