Nuova presentazione del blog

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Ma gracchia inutilmente la cornacchia

Il verso qui sopra, tratto dalla prima versione della mia poesia «Il selfie col cavallo», ha titolato per anni la pagina di presentazione di questo spazio. La natura del blog, in effetti, è stata fino a oggi prettamente politica, e la «cornacchia», l’uccello del malaugurio, che nel mio componimento era la sacerdotessa troiana Cassandra, in questa sede sono io, autore di scritti polemici, catastrofici, sempre contro: in breve, piuttosto oggettivi.

E il bersaglio dei miei articoli è stato principalmente uno: il liberismo trionfante, con il suo corollario di privatizzazioni, smantellamento dello stato sociale e delle regole democratiche, diritti negati, salari compressi, crisi. Parallelamente, ho cercato di fare una critica del consumismo, di stare non dalla parte dell’austerità, né degli sciuponi, di fare ricerca di percorsi alternativi a quelli indicati dalle industrie e dai media.

Di qui è nata la Marcia Granparadiso estate, ad esempio; una competizione non competitiva, autorganizzata dai partecipanti, per partecipare alla quale non si spende un centesimo, ma chi vince si compra la coppa da solo.

Di qui sono nate petizioni, proposte, battaglie che hanno coinvolto persone e giornali, come nel caso delle lettere collettive al Presidente della Repubblica in occasione del referendum propositivo valdostano contro la costruzione di un pirogassificatore.

Ho anche cercato di documentare, in maniera piuttosto saltuaria e non sistematica, la cementificazione del territorio, fatta di sempre nuovi edifici e di pannelli fotovoltaici nei campi.

Il blog è ancora questo.

Nel frattempo, però, mi sono concesso il lusso di rallentare, inoltre ho scritto due libri di poesie e mi sono convinto che la lotta passi anche di lì, attraverso la cultura nel senso più ampio del termine, e la poesia come forma personale.

Mostrare le cose in versi mette al riparo dal pregiudizio di chi etichetta un interlocutore a seconda dell’appartenenza politica, della reputazione di un blog, di categorie che per forza di cose sono troppo strette per comprendere interamente un essere umano.

Mostrare le cose in versi è un toccare corde nascoste, suscitare sentimenti, sbattere in faccia la verità e imporre un impegno di riflessione, che magari porterà a conclusioni opposte a quelle immaginate, ma almeno si sarà accettato di confrontarsi e riflettere.

Tutto questo per dire che, insieme alle cose consuete, queste pagine ospiteranno molta letteratura, testi miei e altrui, e consigli di lettura, iniziative artistiche, eccetera. Le «categorie» del blog saranno ridotte di numero e rimaneggiate, non cercherò più di inseguire le notizie come se fossi la redazione di un quotidiano.

Gli obiettivi sono quelli di sempre – pensare un mondo, se possibile, migliore – gli strumenti vanno affinati man mano.

Concludo con una nuova petizione online, per applicare realmente l’articolo 11 della nostra Costituzione, quello che «L’Italia ripudia la guerra», oppure deporre ogni ipocrisia e ribattezzare il Ministero della Difesa «Ministero della Guerra». Perché in fondo è con le parole che ci fregano. Invito tutte e tutti a firmare la petizione QUI (ci avevo già provato tempo fa; questa è nuova, la piattaforma è cambiata: firmate!).

Per chi volesse contattarmi, l’indirizzo e-mail è mariobadino[chiocciola]gmail.com

Pubblico di seguito la mia poesia «Il selfie col cavallo».

Il selfie col cavallo

«È vuoto!»
Il lido è vuoto, finalmente:
non c’è più traccia delle navi.
Oltre le porte, adesso spalancate,
vi riversate oziosi sulla spiaggia
e, sulla spiaggia, nei vostri costumi
colorati, vi fate i selfie
col cavallo, il pegno che gli achei
hanno pagato a Poseidone
per essere sicuri del buon viaggio.
Cassandra obietta trasognata
che non bisogna credere al nemico,
ma dopo cede e pubblica la foto
nella sua pagina ufficiale,
seimila like, CassandraProfezie:

«Io vedo, se la statua non bruciamo»,
commenta, battagliera, in uno stato,
«il fuoco che si abbatte sulle case,
i figli per la strada massacrati
dalle armi, intelligenti, dei soldati».

Ma gracchia inutilmente la cornacchia,
e già il cavallo viene trasportato
dentro le mura, al centro della piazza.
La festa intanto ferve per le strade
e il monito severo di Cassandra
si perde tra i «Mi piace» ed i commenti;
rimangono soltanto vino e danze,
finché, esausti, ritornate a casa
e finalmente tutto dorme e tace.

Allora nell’addome del cavallo
s’apre una porta e scendono i soldati.
Disciplinati, vanno ad ammazzare
uomini e bimbi e a rapinar le donne,
perché le condizioni sian create
per una pace duratura, vera.
Scoppiano in cielo i fuochi d’artificio
per dare il benvenuto al nuovo Stato
voluto dai signori della guerra:
brucia la gente con le case e Troia
è un rogo gigantesco, i cui bagliori
si mescolano ai raggi del mattino.

[Mario Badino, «Barricate!», Edizioni END, p. 49]

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