Uccidere è immorale

Uccidere è immorale. La penso così. Fosse una cosa ovvia, saremmo tutti a posto.

Perciò se mi venite a dire che è immorale entrare in una sinagoga armati e ammazzare esseri umani, avete scoperto l’acqua calda.

Due sole considerazioni:

1 –

Uccidere è immorale ANCHE quando si bombarda una popolazione inerme.
Uccidere è immorale ANCHE quando si esercita male il proprio ruolo di tutore dell’ordine, in piazza come in carcere.
Uccidere è immorale ANCHE quando si vendono prodotti cancerogeni spacciandoli per sani.
E uccidere è immorale tutte le volte che si subordina la salute e la vita di milioni di persone alla logica del profitto.

Ma esistono due pesi e due misure nel giudicare i crimini dei forti e quelli degli oppressi.

2 –

La politica antipalestinese di Israele NON PUÒ, alla lunga, non generare episodi di questo genere: quando è negata qualunque possibilità di ottenere giustizia, stabilità, sicurezza, quando si perde ogni speranza di liberazione e di pace è giocoforza che la parola passi alla violenza, alle armi, nelle forme e nei modi che sono possibili a chi non ha un esercito e una capacità militare paragonabile a quella del «nemico».

Oggi Israele paga il prezzo della sua politica (chi scrive non ne è in alcun modo contento, e il fatto stesso che sia necessario precisare certe banalità è davvero ridicolo) e si appresta a creare altro odio, inasprendo sempre più le politiche antipalestinesi e dando maggior mano libera ai coloni.

Ciò detto, uccidere è immorale sempre, e la responsabilità penale di un crimine è sempre individuale. Ma non si può non considerare anche il resto.

>>> La butto sempre in poesia; secondo me aiuta.

I giochi rotti

Esci a giocare e te ne torni indietro
deriso, i giochi rotti, l’occhio basso:
la guerra si alimenta poco a poco,
nell’ingiustizia piatta quotidiana.

[Mario Badino]

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